I consiglieri comunali del centrosinistra sono stati a Villa San Giuseppe e Pettogallico

Reggio Calabria.  Sono arrabbiati e abbandonati i cittadini di Pettogallico e Villa San Giuseppe, quartieri periferici della Città dove il Pulmino del Cambiamento di Massimo Canale aveva già fatto tappa in campagna elettorale. “Finita la campagna elettorale siete gli unici che non si sono dimenticati di noi”. Questo è quanto hanno riferito i cittadini delle due frazioni ai consiglieri del centrosinistra Massimo Canale, Demetrio Delfino, Giuseppe Falcomatà, Nino Liotta e Giuseppe Marino che, a bordo del  “Pulmino del cambiamento”, insieme a cittadini e giornalisti, hanno raggiunto nuovamente ieri pomeriggio Villa San Giuseppe e Pettogallico. “Reggio non inizia né finisce con il centro storico” ha sottolineato Canale, oggi portavoce del centrosinistra in Consiglio comunale, “è necessario che la neo Amministrazione comunale apra gli occhi su queste zone della città letteralmente abbandonate al proprio destino”. “Non è possibile continuare a ignorare lo stato in cui versano le periferie della nostra città”, ha rincarato Nino Liotta, consigliere di Energia Pulita. “Quali sono le prospettive per la realtà di Pettogallico e Villa San Giuseppe? Come intende intervenire l’Amministrazione? O forse si preferisce restare in attesa dell’ennesima tragedia?” si domanda, invece, il consigliere  Delfino. “E’ nostro dovere proseguire il cammino attraverso ogni periferia”, gli fa eco il consigliere del PD  Marino.  Dello stesso avviso Giuseppe Falcomatà “Una situazione del genere è davvero insostenibile, non si possono continuare a negare ai cittadini la sicurezza della strada per giungere a casa e un bene primario come l’acqua”. La situazione è  critica. La strada che da Calanna conduce sino a Villa San Giuseppe è costellata da frane e smottamenti, costringendo i guidatori a slalom pericolosi e mettendo in difficoltà anche il Pulmino nell’attraversamento delle buche ed a a causa di restringimenti improvvisi. Una mulattiera, più che una strada, che però collega due frazioni importanti al resto della città. Ad accompagnare in loco i consiglieri c’era Carmelo Santonocito, residente del luogo e portavoce delle istanze dei residenti della zona. Un nutrito gruppo di residenti attendeva sul posto i consiglieri: “Non sappiamo se pregare o invocare l’assessore Morisani” ironizza un cittadino che soprannomina scherzosamente l’assessore come “il rabdomante (…) Dove arriva lui l’acqua ritorna, ma se non arriva lui di acqua dai rubinetti nemmeno una goccia; come se l’acqua fosse un lusso o un favore cortesemente concesso e non un diritto sacrosanto. Per noi è stata un’estate calda all’insegna della siccità, dai rubinetti niente acqua se non nelle ore notturne e per doccia, pulizie e tutto il resto, solo bidoni, serbatoi e bottiglie di plastica. Una situazione davvero invivibile che, nonostante le mille sollecitazioni, non ha trovato ancora nessuna risposta”. Proseguendo lungo la strada i consiglieri hanno fatto tappa nel luogo in cui, il primo marzo dell’inverno scorso, a causa di una pioggia insistente, ha perso la vita Antonino Laganà, residente della zona, travolto da una improvvisa frana. Nonostante il tragico evento, nulla è cambiato sino ad ora. La strada è ridotta nel medesimo modo, così come la collina sovrastante, senza nessuna opera di contenimento e messa in sicurezza. L’unica differenza è un fascio di fiori posto al lato della strada a ricordo del tragico evento. Un brivido scuote ancora i residenti che,  commossi, si dicono “terrorizzati che adesso, con l’arrivo dell’autunno e dell’inverno, possa accadere nuovamente una tragedia.”. Il viaggio è proseguito in direzione Pettogallico, piccolo borgo isolato e non raggiunto dai mezzi pubblici a causa di una frana che non è stata messa in sicurezza. Lì i resti dello smottamento sono stati rimossi dopo un periodo di reale isolamento ed oggi veicoli passano nonostante il divieto, ma il mancato intervento sulla frana rende ancora pericoloso un transito che resta solo privato. Poco più avanti, alti problemi legati al flusso di acqua e fango. Tra le altre criticità segnalate da un gruppo di residenti c’è quello dell’assenza di fogne, che genera una fuoriuscita di maleodorante liquido anche davanti ad abitazioni e dentro i giardini coltivati. Insomma, il tempo passa ma nulla cambia; e la frustrazione e la rabbia dei cittadini aumentano esponenzialmente.

 

 

 

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