Intimidazione a Lombardo. Funaro: “Episodio interno a una strategia complessiva verso magistratura e Procura”

Reggio Calabria. Ennesimo atto intimidatorio nei confronti della magistratura reggina, questa volta all’indirizzo del pm Lombardo a cui, ovvia e scontata, trasmettiamo tutta la nostra solidarietà e i “bla bla” di circostanza.
Siamo certi che egli saprà bene interpretare questo nostro dire, non come indice di strafottenza o rassegnazione, bensì – se doverosa è la vicinanza a chi è stato fatto soggettivamente bersaglio -, l’episodio, in quanto tale, lo vogliamo ricondurre a una più generale e complessiva strategia verso l’intero complesso della magistratura e Procura di questa città.
Non abbiamo avuto timore alcuno a esprimere la nostra convinzione, certamente umana e non confortata da atti e indagini che possono dare anche chiavi di lettura diverse, che il susseguirsi di attentati, annoverando tra questi anche una strana e, quantomeno discutibile, stagione del pentitismo ‘ndranghetista, si debba ricondurre a un’azione ben più complessa e articolata che vuole minare alla base i pilastri di una disinfestazione del territorio dai parassiti che l’ammorbano, dissanguano e vogliono rimanga terra di incertezze, di paure e d’incompiute. Altrettanto non abbiamo temuto esprimere la nostra piena concordanza con gli obiettivi del dr. Pignatone e del dr. Di Landro, avverso quella fascia grigia che funge da paravento tra ‘ndrangheta e gli altri livelli decisionali in terreni sociali ed economici. Ha ragione chi dice e ripete come l’arma e l’azione dello Stato possono essere armi spuntate e inefficaci, rese tali non tanto dai poteri forti di qualunque natura essi siano, quanto da un contesto culturale generalizzato che ancora persiste ed è preminente in gran parte della cultura calabrese, al di là di chiacchiere, convegni e manifestazioni.
Noi per primi, per una questione sia pure di coerenza, dobbiamo leggerci per ciò che siamo, culturalmente e geneticamente, in perfetta corrispondenza con il detto popolare “a un palmo dal mio, a chi prende prende”.
Questa è una terra dove, purtroppo, anche in quella che viene definita società civile, imperano invidia, ignavia e comparaggio, basi più che solide affinché l’azione istituzionale di magistratura, Procura e forze dell’ordine abbiano, tra i tanti ostacoli al loro lavoro, non solo le difficoltà della fascia grigia, non solo quelle investigative ma, altresì, tale cultura generalizzata e deteriore della nostra calabresità.

Attilio Funaro
Direttore Confcommercio Reggio Calabria

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