Il reggino Michele Brancati “fotografa” le coppie di fatto con “Esistere di fatto. Narrazioni di famiglia”

Reggio Calabria. Un focus sulla vita di coppia, sul ‘menage’ quotidiano di uomini e donne che hanno deciso di intraprendere un percorso comune senza rientrare nei canoni che spesso la società impone. Il progetto di Michele Brancati, fotografo reggino, ha voluto raccontare storie di passione, storie di famiglie magari non convenzionali, ma comunque storie d’amore, narrate con l’occhio stesso dei protagonisti.
Si chiama “Esistere di fatto. Narrazioni di famiglia” uno degli ultimi lavori dell’artista nato sulle rive dello Stretto ma cittadino del mondo,dal momento che la passione per la fotografia lo ha portato a immortalare luoghi ed eventi, visi e situazioni e lo ha condotto sino in Germania dove attualmente vive. Un ‘diario’ aperto alle esperienze, al tempo e allo spazio geografico con cui ha partecipato al festival internazionale “Rovereto Immagini”, tenutosi un paio di settimane addietro, dove ha ottenuto un premio speciale attribuito per l’originalità del progetto. Immagini che, poi, sono state pubblicate su numerose riviste specializzate e sui più importanti quotidiani nazionali, come altri suoi lavori che hanno toccato diversi argomenti di strettissima attualità e, in particolare, il fenomeno dell’immigrazione al confine tra la Slovacchia e l’Ucraina.
«Il progetto ‘Esistere di fatto. Narrazioni di famiglia’ – spiega Michele Brancati – è nato ponendosi, fondamentalmente, due obiettivi e cioè dare visibilità alle coppie di fatto e sottolineare la consapevolezza di questa scelta attraverso l’auto-narrazione, delegando la macchina fotografica come testimone imparziale di un patto non scritto: sono divenuto, volendo prendere in prestito un’espressione legata ad altre forme d’arte, il regista delle immagini scattate da ogni coppia cui ho spedito una macchina ‘usa e getta’, i rullini e la richiesta di realizzare circa 36 scatti tra i quali ne ho scelti 3 che hanno poi composto dei ‘trittici’ in grado di documentare la loro quotidianità.
Un lavoro – continua Brancati – che è nato confrontandomi con realtà che mi hanno condotto lontano da Reggio, ma ogni mio ritorno in città mi riporta alla mente come questo panorama, questi colori e certe espressioni di vita, ma anche le difficoltà che il nostro territorio esprime, abbiano avuto un ruolo importante nella mia formazione fotografica. A breve – dice ancora Brancati – rientrerò in Germania dove sto lavorando a un progetto che riguarda l’integrazione prima linguistica e poi sociale e, inoltre, a un racconto fotografico dall’approccio quasi ‘architettonico’ sulle piccole attività a conduzione familiare che stanno subendo una notevole riduzione a causa della globalizzazione. Una volta portati a termine questi progetti – conclude l’artista – vorrei dedicarmi a un’iniziativa del genere indirizzata alla nostra città, magari coinvolgendo i tanti validi fotografi con cui mi incontro e mi confronto quando, appena possibile, torno a respirare l’aria del Mediterraneo”.

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