Processo Testamento. Il collaboratore di giustizia Moio: “Questi i politici per cui votavano i Tegano”

Reggio Calabria. Durante l’udienza celebratasi oggi nell’ambito del processo “Testamento”, il collaboratore di giustizia Roberto Moio, nipote di Giovanni Tegano, presunto boss dell’omonima cosca, ha pronunciato i nomi di diversi esponenti politici che sarebbero stati supportati elettoralmente dal clan. Rivelazioni, al momento, prive di qualsiasi riscontro e su cui dovranno lavorare i magistrati per accertarne la veridicità. Nel corso del processo che si sta svolgendo davanti al Collegio giudicante della Corte d’Appello di Reggio Calabria e che vede sul banco degli imputati presunti appartenenti al clan Libri, Moio è stato ascoltato in relazione ai sospetti relativi alle contiguità tra la cosca e Massimo Labate, ex consigliere comunale ed ex agente di Polizia, assolto al termine del processo di primo grado dal reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Di fronte alle domande formulate da Francesco Mollace, sostituto procuratore generale, Moio ha tirato fuori i nomi di Giuseppe Scopelliti, presidente della Regione, cui i voti sarebbero stati procurati da Giuseppe Agliano ed Antonio Franco, entrambi esponenti del PdL; di Alessandro Nicolò, vice presidente del Consiglio regionale e di Nino De Gaetano, consigliere regionale eletto con Rifondazione comunista e poche settimane fa passato al Partito Democratico. “I Tegano – ha affermato Moio in aula – hanno sempre avuto ottimi rapporti con la politica, hanno sempre raccolto i voti, quasi sempre per la destra”.

 

 

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