Basta Modello Reggio. SNOQ organizza un programma di mobilitazione cittadina

Reggio Calabria. Le donne del Comitato “Se non ora quando?” (SNOQ) vogliono fare la differenza, ecco perché hanno deciso di riunirsi e di chiamare a raccolta cittadini, associazioni e istituzioni. Era la sera del 24 ottobre e SNOQ promuoveva per la prima volta lo slogan “Non facciamo finta di vivere in una città normale”. Da allora ha preso corpo un vero e proprio tour con il quale le signore – o le “massaie”, come sono state definite da qualcuno- e i signori del comitato intendono portare le loro proposte, oltre che accoglierne di nuove, nelle periferie della città. Ieri pomeriggio SNOQ ha fatto tappa nella sede della V circoscrizione di Gebbione e stavolta con le idee ancora più chiare. Dichiara la portavoce del comitato Luciana Bova: “Siamo felici del risultato di questa assemblea perché vi hanno preso parte tanti cittadini che, per noi, valgono doppio. Credo che quella delle assemblee itineranti sia stata un’ottima idea soprattutto alla luce del fatto che noi abbiamo come prerogativa l’ascolto del territorio e delle istanze dei cittadini. Vogliamo che i cittadini prendano coscienza del fatto che il Modello Reggio è fallito. Alla luce di quanto accaduto fino a questo momento quello che ci sentiamo di chiedere è verità e trasparenza. Il nostro obiettivo – conclude – è quello di mobilitare la cittadinanza. Speriamo di riuscire a fare informazione, di avere maggiore ascolto e di portare la Reggio pulita e onesta in piazza con noi”. Presenti, oltre a numerosi cittadini, Sebi Romeo, Giuseppe Musarella di Ethos e i consiglieri comunali d’opposizione Nicola Irto e Giuseppe Falcomatà.
Malcontento e proposte, dunque. Francesca, ad esempio, ha lamentato il fatto che nella scuola elementare “Carducci” solo due classi di bambini che frequentano i corsi a tempo pieno usufruiranno della mensa scolastica. Nonostante i genitori abbiano effettuato i dovuti versamenti, i bambini saranno comunque costretti a mangiare nel seminterrato della scuola. I disagi sarebbero provocati dal fatto che il Comune non ha pagato il servizio mensa dell’anno scorso. Qualcuno, invece, si arrabbia a causa della mancata lettura del contatore dell’acqua e della scarsità dei lavori di manutenzione. Qualcun altro parla delle buche per la strada e altri ancora sottolineano di come le strutture pubbliche siano state abbandonate a loro stesse a vantaggio di quelle private (si pensi al Lido Comunale). Dalla rabbia prende forma un “programma” di mobilitazione collettiva. Anzitutto è necessario che continui il giro di assemblee itineranti affinché i cittadini si sentano liberi di esprimere i loro disagi e affinché ci sia qualcuno disposto ad ascoltarli. A questo proposito è bene che la cittadinanza venga informata attraverso dei banchetti informativi. Bisognerà creare un logo e un gadget identificativo del gruppo di protesta. Massimo Musarella del Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria, invece, pone l’accento su un altro aspetto del problema: “E’ il connubio tra ‘ndrangheta e politica che ha rubato i soldi dalle tasche dei cittadini. Ecco perché dobbiamo avere il coraggio di scendere in piazza anche e soprattutto per chiedere che la Procura della Repubblica faccia chiarezza e svisceri determinati rapporti. Questa, ricordiamoci, è una città strana nella quale non è la ‘ndrangheta a cercare la politica ma è la politica che cerca la ‘ndrangheta”.
Ed ecco, quindi, il piano d’attacco: il prossimo appuntamento con il comitato SNOQ è previsto per lunedì prossimo a Ravagnese. Le assemblee itineranti non si fermano e, anzi, si prevedono ancora diverse tappe, finalizzate ancora una volta all’accoglimento delle istanze dei cittadini. Nel frattempo si aspetta la data del prossimo Consiglio comunale, durante il quale le associazioni, i partiti e i cittadini che avranno voluto accogliere la proposta di SNOQ protesteranno davanti a Palazzo San Giorgio. Ancora prima di allora, però, il 17 novembre sarà una data importante, nella quale avrà luogo un evento del tutto inedito: la cittadinanza si riunirà al Cedir per chiedere allo stesso Pignatone verità e chiarezza. Nessuna polemica e nessuna protesta nei confronti del Procuratore Capo, ma è vero anche che “il popolo è sovrano e che non deve aver paura”.

Giulia Polito

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