Catanzaro. Uno strepitoso Vinicio Capossela ha entusiasmato il Teatro Politeama

Catanzaro. Un successo annunciato quello tenuto da Vinicio Capossela ieri sera al Teatro Politeama di Catanzaro, nell’ambito della IX edizione del Festival d’Autunno, diretto da Antonietta Santacroce, a conferma di quanto sia amato, di quanto sia diventato in questo momento il cantante di punta della musica italiana. Giunti da ogni parte del Sud Italia, oltre che dalla stessa Calabria, i fan si sono trovati di fronte ad un palcoscenico trasformato in un ventre di balena, rappresentazione perfetta per quella che è l’immagine descrittiva della sua ultima opera “Marinai, profeti e balene”. Da quel ventre si è “mosso” il concerto. Una luce tenua ed una band trasformatasi in ciurma danno vita, insieme a Capossela, ad una rappresentazione ricca di idee geniali. Ed ecco il primo mostro marino, “Il grande leviatano”, manifestarsi in una atmosfera surreale in cui il coro dona un tocco di lirica drammaticità. A rendere tutto più leggero ci pensa Capossela che prima di ripartire con “Oceano oilalà”, carica il suo pubblico con le inevitabili battute sull’attuale situazione politica italiana e con l’ironia che da sempre lo contraddistingue. Il ventre di balena si apre diventando lo scafo di una nave, la cui prua è posizionata a bordo palco. Su quella ipotetica arca vengono imbarcati i mostri tanto cari a Capossela. Ed ecco che il Minotauro, il ciclope ed altri personaggi si materializzano sulla scena con continui cambi d’abito da parte dei componenti la ciurma e indossando delle maschere, così come accade con le sirene che lo accompagnano in “Pryntil”. Lo stesso accade con Capossela che, oltre a indossare il suo cappello da ammiraglio, utilizza abiti, splendido quello del polpo, e maschere che rappresentano i miti o i personaggi di cui parla nelle sue canzoni Nella esecuzione dei brani del nuovo album è stato inserito un vecchio successo. “Il ballo di San Vito” esalta i convenuti alla festa prima di ritornare ai brani di “Marinai, profeti e balene”. Da “Calipso” a “Le pleiadi”, Capossela incontra i miti greci. Poi il gran finale. Il divertimento esplode e la partecipazione del pubblico diventa fattiva. “L’uomo vivo”, “Marajà”, proseguendo con l’inevitabile “Che coss’è l’amor” e “Al veglione” sono gli attimi conclusivi di una grande festa completatasi con il brano dedicato a “Le sirene”. Il pubblico delirante avrebbe voluto che il concerto non avesse mai fine, tante sono le emozioni regalate da Vinicio Capossela e dalla sua ciurma e tornano a casa cantando con aria soddisfatta di chi ha appena partecipato ad un concerto indimenticabile. “Il concerto di Capossela – ha commentato Antonietta Santacroce – ha entusiasmato e sottolineato il ruolo che questo cantante ha nell’attuale panorama musicale italiano. Una bella serata che difficilmente verrà dimenticata”.

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