Interrogazione parlamentare del PD per chiedere la Commissione d’accesso al Comune di Reggio Calabria

Roma. Franco Laratta, Doris Lo Moro, Nicodemo Oliverio, Rosa Villecco Calipari e Laura Garavini, deputati del Partito Democratico hanno sottoscritto un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, avente ad oggetto i recenti sviluppi giudiziari che hanno interessato il Comune di Reggio Calabria. I parlamentari chiedono, in particolare di: “Verificare se ci sono state pressioni ed infiltrazioni che hanno trovato spazio nell’Amministrazione comunale e nell’apparato burocratico del Comune, a partire dal settore cui è affidata la vigilanza e il controllo sulle partecipate”. Nell’interrogazione è scritto che: “Secondo notizie largamente diffuse dalla stampa, circa un mese fa, nel corso di un’udienza del processo “Testamento” che si sta svolgendo davanti alla Corte di appello di Reggio Calabria, il collaboratore di giustizia Roberto Moio affermava che le società partecipate del Comune reggino fossero controllate dalla ‘ndrangheta, indicando per le singole società la cosca che ne aveva il controllo. Le società partecipate sono state al centro dell’indagine della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti che ha anche cercato, per alcune di esse, di capire perché il Comune di Reggio ha aderito a più società con lo stesso oggetto, senza ottenere, a quanto risulta agli interroganti, alcun chiarimento”. I deputati PD proseguono riferendo che: “Nei giorni scorsi, nell’ambito di un’operazione coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria sono state eseguite undici ordinanze di custodia cautelare per associazione a delinquere di stampo mafioso che hanno colpito esponenti del clan Tegano ma anche professionisti che lavoravano al servizio delle cosche. Nell’ambito di tale inchiesta -e’ emerso, in particolare che la Reci.im s.r.l., in mano al clan Tegano e retta da uno degli arrestati, Giuseppe Richichi, controlla il 33 per cento della “Gestione servizi territoriali” s.r.l. che, a sua volta, controlla la Multiservizi spa”. “Il contesto di confusione amministrativa e di disamministrazione che emerge –  conclude il testo dell’interrogazione – non è in se indicativo di infiltrazioni mafiose anche se, per comune esperienza, è proprio la cattiva amministrazione a rendere possibili e a favorire le pressioni e le infiltrazioni. Nonostante il Comune abbia una nuova amministrazione, sembra opportuno, ed anzi necessario, verificare se ci sono state pressioni ed infiltrazioni”.

 

 

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