Mallamaci (SEL) risponde al sindaco Arena: “Noi amiamo la città e per questo vogliamo che chi l’ha devastata ne paghi le conseguenze”

Reggio Calabria. La reprimenda del sindaco Arena chiude un crescendo rossiniano di dichiarazioni di esponenti del centrodestra che non possono che lasciare allibiti. Prima il capogruppo PdL al Comune che si lancia in dichiarazioni quanto meno avventate sull’unico modello Reggio da valorizzare e da esportare, quello dell’Amministrazione Falcomatà. Di quella esperienza, non solo da parte di chi, come il sottoscritto, la conosce bene per averla promossa, ma anche da parte di cittadini di ogni tendenza politica che hanno avuto modo di viverla, si ricorda la trasparenza, la concretezza, la partecipazione, la fattività, le opere importanti realizzate (lungomare e stadio comunale, entrambe nonostante la strenua opposizione dell’allora minoranza di cemtrodestra, ad esempio). E, non ultimo, il fatto di aver avuto in eredità un bilancio disastrato e di averlo lasciato in ordine. Subito dopo, il coordinatore cittadino dello stesso partito, il quale, sia pure non tralasciando un accenno positivo alla stagione di Falcomatà (con ciò smentendo il suo collega di partito dopo poco più ventiquattro ore), lancia accuse verso coloro che osano, udite udite!, chiedere che sia fatta luce sulle tante, troppe vicende che toccano elementi della coalizione di centrodestra e smontano, pezzo dopo pezzo, quello che è stato spacciato per il Grande Modello Scopelliti, rivelandone senza dubbio alcuno limiti, incongruenze, connivenze. Ma la parte più subdola, e anche più assurda, del suo ragionamento sta in una frase: “non sono mancate, anche da parte della Giunta Scopelliti, iniziative di decisa funzione dirimente, a fronte di accertate testimonianze di tradimento del dovere istituzionale e amministrativo”. Di grazia, ci vuole, il coordinatore cittadino del PdL, rendere edotti su quali siano state queste iniziative? Forse la condanna della Fallara per quello che (da sola???) aveva fatto? O, al contrario, la promozione sul campo di illustri malfattori con nomine e prebende? Ma qual è il succo del discorso? Quello di evitare di far male alla città con tutte queste discussioni sulle infiltrazioni mafiose e sui debiti: su tutti gli argomenti, insomma, che spontaneamente sgorgano come acqua zampillante, giorno dopo giorno, ineluttabilmente, da atti processuali, relazioni ministeriali, intercettazioni. E, soprattutto, dalle proteste che migliaia di nostri concittadini disperati rivolgono ai protagonisti, vecchi e nuovi, del modello venerato dal centrodestra: i lavoratori della Leonia, del Terzo Settore, della Multiservizi, della Acquereggine, dell’Atam, i titolari e i dipendenti di ditte e aziende che vantano crediti dal Comune, gli scrutatori, i genitori che aspettano i buoni libro e i buoni pasto, gli affittuari che reclamano i contributi. Tutti i cittadini, insomma, che hanno avuto, in un modo o nell’altro, a che fare con l’Amministrazione comunale. Il coordinatore del PdL pretenderebbe, quindi, che su queste vicende calasse il silenzio, che i gravissimi fatti (fatti, non supposizioni) che stanno annientando Reggio e compromettendo il suo futuro, fossero dissimulati per l’eternità sotto la coltre di promesse, annunci, slogan, che l’Amministrazione comunale e quella regionale, con un’unica regia, ci propinano da anni. In sostanza, la democrazia, che si esplicita e si sostanzia nel diritto-dovere, di chiunque sia in grado di farlo, di segnalare, criticare, dissentire, polemizzare, oltre che proporre, dovrebbe essere sospesa per non avvelenare il clima. Cioè, la causa dell’inquinamento non sarebbero i fatti, ma le reazioni agli stessi! Un capovolgimento degno di Fedro!! A questo punto, dopo il capogruppo in Consiglio e il coordinatore cittadino, il Sindaco in persona cala l’asso, il solito, il più ovvio, il più banale, il più scontato. C’è un complotto delle plutocrazie parassitarie…..no, quello era un altro. Questa volta è “un gruppo eterogeneo” a complottare sulla pelle della di lui città, che magicamente si immedesima con “la figura e il progetto politico del Presidente della Regione ed ex Sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti”, che i complottardi vorrebbero addirittura abbattere, come le statue di Saddam dopo la liberazione. Dopo di che, per incanto, gli avvenimenti e le vicende acclarate da soggetti terzi si trasformano, nelle parole di Arena, in “una rabberciata requisitoria basata su un mix di fatti di cronaca, pettegolezzi e contorte elucubrazioni senza alcun filo conduttore”. Stando ad Arena, le raccapriccianti storie venute alla luce sui pubblici denari sottratti al Comune, sugli incarichi costati fior di milioni di euro, sui suoi colleghi di partito che incontrano e si fanno votare dai mafiosi, su quelli che ne fanno assumere le mogli e su quelli che partecipano ai loro ricevimenti, ecco, tutto questo per il luogotenente di Scopelliti sarebbe pettegolezzo, diceria, invenzione. E per finire, la solita solfa sull’amore per la città e sull’impegno a difenderla dagli sciacalli. Sindaco Arena, legga bene. Noi amiamo la città, e per questo vogliamo che coloro che l’hanno devastata ne paghino le conseguenze sul piano politico, e su altri versanti se chi di dovere accerterà responsabilità di qualsiasi genere. Noi amiamo la città, e gli sciacalli sono quelli che se ne sono approfittati nottetempo e anche in pieno giorno. Noi amiamo la città, e crediamo che la nostra dignità di persone oneste e perbene, ligie al dovere, la nostra dignità di cittadini, si tuteli contribuendo a scoperchiare questo contenitore di oscenità e di brutture materiali e morali. Le lancio un appello, per finire. Quando pensa e parla di quanti si indignano e protestano e polemizzano, volga il suo sguardo verso Catona, verso quella piccola comunità di aiuto alle persone in difficoltà che si regge, da quando il Comune non fa il proprio dovere, sull’aiuto della provvidenza e anche sulla pensione di suor Maria Luisa. Ci rifletta. E rifletta su chi ha determinato situazioni come questa. E se ama Reggio, e se la vuole difendere, ne prenda le distanze. Se ci riesce.

Nino Mallamaci (Sinistra Ecologia e Libertà)

 

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