Emergenza rifiuti. E’ solo “colpa” della Leonia?

Reggio Calabria. Sulla sporcizia in città, specialmente negli ultimi giorni, si è scritto e letto di tutto. Partendo dal semplice concetto che, se non ti pagano, è legittimo che protesti, anche in maniera forte e vigorosa, la ragione principale per cui si è costretti a fare lo slalom tra l’immondizia che invade i marciapiedi va ricercata all’origine.
E poco c’entra l’attività dei dipendenti della Leonia. C’entra, piuttosto, l’inciviltà di tanti, troppi reggini. In barba alle campagne informative sulla raccolta dei rifiuti ingombranti, insensibili alla tematica ambientale, non curanti del concetto di bene pubblico, fare l’analisi logica (quella per capire la logica che sta dietro a certi comportamenti) degli oggetti che campeggiano accanto ai cassonetti restituisce un quadro desolante.
A fare la raccolta differenziata, lentamente e con un minimo di buona volontà ci si può anche provare. Il servizio di raccolta è puntuale, ma resti sempre più interdetto ammirando fin dove arriva quella che non può esser tacciata diversamente da stupidità. Ritrovarsi gli oggetti più disparati là dove (in teoria) ci andrebbe solo la carta ti lascia pensieroso a osservare quei raccoglitori. Magari se fossero dotati di un lettore di impronte digitali, ognuno si comporterebbe in maniera più rispettosa prima di regredire allo stato animale.
Se la differenziata può sembrare un concetto troppo chic e da paese del nord Europa, si può scendere sul più misero piano della salute pubblica e del decoro. Si potrebbe spiegare agli illuminati concittadini che le batterie esauste delle auto, quando non stanno nel cofano della loro quattro ruote a motore andrebbero consegnate per lo smaltimento, che c’è ed è previsto sempre a opera della Leonia, così che nessuno potrà dire: “non lo sapevo”. Invece, ostinate campeggiano ai lati dei cassonetti. Bontà loro, stavolta quelli dell’indifferenziata. Sorvoliamo sulle sostanze che sono contenute in un accumulatore, come anche sui televisori vintage, in attesa che anche i rifiuti si modernizzino per veder apparire gli lcd.
Saltiamo del tutto, poi, gli “angoli-Ikea” che vengono allestiti per le strade. Come il costruttore di mobili svedese, che ti crea l’ambiente di ogni stanza nei suoi punti vendita, abbiamo concittadini che fanno sfoggio delle proprie capacità di arredatori.
C’è una spiegazione a tutto ciò, ed è sociologica ancor prima che di funzionamento dei servizi. Una spiegazione che si è dimostrata lampante nei giorni scorsi, quando i dipendenti della Leonia hanno incrociato le braccia. Il Corso Garibaldi lo scorso week end, con un gesto simbolico, è stato “pulito” in alcuni punti dagli stessi consiglieri e assessori di Palazzo San Giorgio, un’operazione che ha un senso solo se si trasforma in un generale cambiamento del modo di fare della cittadinanza. Perché il Corso Garibaldi, ancor prima che per lo sciopero dei dipendenti della Leonia, era sporco a causa dei reggini. Costa tanto tenere depliant e carte in tasca per buttarle altrove? Sempre meglio accanto ai cassonetti stracolmi che per terra, non credete? E le sigarette? Occupano così tanto spazio da non poter essere infilate in qualche cestino? Evidentemente, e qui sta il concetto sociologico, tanto e tale è il disinteresse verso la cosa pubblica, che per definizione è condivisa tra tutti, che gran parte dei reggini non riesce a comprendere l’immenso impatto che singolarmente può avere sul suo decoro e pulizia.
La stessa pulizia e raccolta dei rifiuti che devono essere servizi alla base di una comunità civile, con le istituzioni che d’altro canto hanno il dovere di mettere i lavoratori nelle condizioni di poterli garantire. Se quello del singolo cittadino è un problema sociologico, è solo politico quello della ricerca dei soldi per coprire queste esigenze primarie, non si può sempre invocare lo storico concetto di “sacrificio”.

Fabiano Polimeni


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