Giornata della memoria, l’importanza di ricordare il 27 gennaio

Reggio Calabria. Il 27 gennaio ricorre il settimo anniversario da quando l’assemblea delle Nazioni Unite ha deliberato all’unanimità la giornata commemorativa dell’olocausto in tutto il mondo (il 27 gennaio 1945 è la data della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz).
L’importante contributo che gli ebrei hanno offerto alla vita sociale, scentifica e culturale è poco conosciuto ed è stato poco valorizzato, a causa dei pregiudizi e delle discriminazioni che in passato hanno prodotto lunghi periodi di isolamento culturale prima che fisico.
Ancora nel nuovo anno che da pochi giorni è iniziato non si è riusciti a risolvere il problema della convivenza tra israeliani e palestinesi. Nel 1947, l’Onu istituì un Comitato speciale per la Palestina. La maggioranza del Comitato propose che Gerusalemme venisse affidata all’amministrazione fiduciaria dell’Onu. I confini sarebbero stati retti da un governatore, affiancato dalla burocrazia municipale e da un corpo di polizia. Purtroppo dopo la proclamazione dello stato di Israele scoppiò una guerra tra israeliani e palestinesi che terminò con un armistizio che lasciava i combattenti sulle posizioni conquistate: i giordani nella parte storica della città e gli israeliani nei quartieri occidentali. La proposta che aveva avanzato il Comitato dell’Onu il 29 novembre 1947 non ebbe seguito, e fu chiaro che la sorte della città sarebbe stata legata alle armi. La soluzione desiderata da Israele si presentò il 7 giugno 1967, quando con le sue forze armate circondò la città, entrò dalla Porta dei leoni e si recò immediatamente con 700 soldati al “Muro del Pianto” prendendo possesso della piccola enclave che le era stata vietata per più di vent’anni. L’emozione fu tanta quando un rabbino fece suonare lo shofar – piccolo corno di montone che accompagnava nella tradizione ebraica i riti sacrificali e l’inizio dei giubilei (era tradizione, presso gli antichi ebrei che ogni cinquanta anni si rimettevano i debiti e si liberavano gli schiavi) e fu annunciato che Gerusalemme era “l’eterna capitale di Israele”. Pertanto il nodo più difficile nella disputa tra israeliani e palestinesi sarà Gerusalemme.
Tornando alla giornata della memoria continua il dibattito sulla Shoah e sull’odio antiebraico. Tutt’oggi ci sono pareri contrapposti. La persecuzione degli ebrei è culminata con la deportazione nei campi di sterminio durante la seconda guerra mondiale, campi che furono sei e funzionarono dal 1941 al 1944. L’episodio che proiettò su uno schermo gigantesco internazionale la Shoah, fu il processo a Karl Adolf Eichmann che era stato il “direttore dei lavori, regista e organizzatore dei massacri” nei campi di sterminio. Sfuggito agli alleati, riparato in Siria e successivamente in Argentina, dove fu scoperto e rapito dagli israeliani. Venne processato, condannato a morte e impiccato nella prigione di Ramileh a Tel Aviv il 31 maggio 1962. I campi di sterminio erano campi di concentramento diversi dai lager di lavoro, di punizione o quelli dei prigionieri di guerra. Il solo scopo dei campi di sterminio era quello di eliminare fisicamente il maggior numero di uomini (in prevalenza ebrei). Quattro di questi campi erano solo luogo di sterminio: Treblinka, Sobibor, Belzec e Kulmhof. In pratica erano dei terminal ferroviari dove, al loro arrivo, i deportati venivano portati direttamente nelle camere a gas. Altri due campi: Auschwitz–Birkenau e Lublino–Majdanek erano misti: campi di concentramento per politici e di lavoro coatto, all’interno degli stessi vennero realizzati centri di sterminio a gas annessi a forni crematori. In alcuni casi – come i campi di concentramento e lavoro coatto di Mauthausen, Stutthof, Netzweiller–Struthof – furono praticate delle gassazioni saltuarie.
In Calabria durante la seconda guerra mondiale (1940-1945) a Ferramonti contrada di Tarsia, fu impiantato il più grande campo di internamento in Italia. Da Ferramonti transitavano gli ebrei che venivano poi trasferiti nei campi di sterminio. Nel cimitero di Tarsia in una piccola aerea vi sono sepolti gli ebrei morti in quel periodo a Ferramonti.
Il Calabria ormai da alcuni anni vi è risveglio della memoria del passaggio e della permanenza degli ebrei in questa terra.
La “memoria” è una delle componenti imprescindibili della concezione ebraica del mondo e della vita. A Baal Shem Ton si attribuisce questa frase “dimenticando si prolunga l’esilio” ed è incisa a Gerusalemme sopra l’ingresso dello Yar Vashene (Ente nazionale per la Memoria della Shoah che è stato fondato nel 1953 e ha il compito di ricordare i Giusti fra le Nazioni, che rischiarono le loro vite per aiutare gli ebrei durante la Shoah).
La “memoria“ non è importante solo per gli ebrei: lo è in misura identica, per tutti noi, in quanto ci consente di conoscere la nostra storia, nella quale trovare un’identità e di manifestare, nell’agire storico con le radici del comportamento, pensieri e sentimenti. Solo la “memoria“ ci consente di poter essere uomini liberi e di darci la forza di costruire giorno per giorno, il nostro presente ed il nostro futuro.

Domenico Cambareri

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