Lettera dei ragazzi della 2ª Sezione Volanti all’amico scomparso Nicola Papisca

Reggio Calabria. Pochi giorni fa è deceduto l’ispettore della Polizia di Stato in quiescenza Nicola Papisca, questo è il ricordo dei suoi “ragazzi” del II turno Volanti della Questura di Reggio Calabria:

Solo a pronunciarlo, quel nome, Nicola Papisca, la prima cosa che ti viene in mente é un dolce sorriso velato d’ironia.
Proprio così.
Il “nostro” Nicola era sempre pronto alla battuta, a scherzare, a sorridere, appunto, anche nei momenti di stanchezza, smorzando, sempre, la tensione in occasione di un intervento, con un umorismo che non era mai sottovalutazione dei rischi, ma carica per chi gli stava fianco.
Da 40 anni in Polizia, era uomo di esperienza, Nicola, quell’esperienza che si matura, acquisita, conquistata. Poliziotto arruolatosi con le “stellette”, in anni in cui tutto era più difficile, complicato, duro. Nicola raccontava, narrava quante esperienze, quante vicende da poliziotto alla Digos di Milano, negli anni del terrorismo, sempre in strada, sulle mitiche Alfa Romeo, neanche un giorno “…dietro una scrivania!”.
Nicola a Milano si forma nella dura realtà degli “anni di piombo”, anni di poliziotti e rappresentanti delle istituzioni ammazzati per strada, in nome di un’ideologia delirante. Lui, quella Sua memoria la conservava, la difendeva, ed era facile vederlo appassionarsi nel racconto, a tratti drammatico, di quei momenti.
Dopo tanti anni, Nicola ritorna nella sua Reggio, città in cui era nato e cresciuto, in una casa al piano terra di Corso Garibaldi, angolo Cesare Battisti, a un passo dall’altra “sua casa”, la Questura. “Vedi, io sono nato qui”, diceva ai ragazzi più giovani che con lui lavoravano per la prima volta. Poliziotto non più giovanissimo, Nicola a Reggio continua a “macinare” strada sulle Volanti, notte su notte, ogni cinque giorni. Interventi su interventi, sempre a fianco dei colleghi, sempre pronto a sorridere e ricambiare.
Mai “in malattia”, trasmetteva buon umore, fino a sembrare più giovane dei colleghi con meno anni di servizio. Conosciuto da tutti, non si risparmiava; generoso e gioviale aveva – e chi non li ha – pregi e difetti, da uomo autentico, ma certamente onesto e fedele all’Istituzione di cui si sentiva parte.
Prestissimo in Ufficio, anche un’ora prima dell’uscita del turno, a “…preparare la macchina”, come si dice tra noi; e andava via tardi, sorridendo sempre, a tutti, sin fuori il cancello, fino all’ultimo giorno.
E quel giorno – l’indomani sarebbe “andato in pensione” – Nicola fa regolarmente il suo turno, sulla sua Volante, coordinando su strada le pattuglie, come sempre, senza alcuna apparente emozione. “Perché sulle volanti”, diceva, “ti emozioni a fine turno; durante, devi solo essere freddo e concentrato”. Lo aveva imparato negli “anni di piombo”, al Nord, Nicola, e non lo aveva mai dimenticato.
Il resto è solo qualche mese di pensione, poi una telefonata, una voce rotta che intercorre, incredula, tra tutti i colleghi: “Nicola…Nicola se n’è andato!”
Vogliamo ricordarlo così, Nicola, che “smonta” dalla sua Volante, come ogni giorno; vogliamo ricordarlo per le vie del suo rione, a passeggio col cane. Vogliamo ricordare il suo sorriso, ironico, con cui ti salutava, sino al giorno in cui è andato via, lasciando nel cuore di ognuno di noi una grande malinconia.

Ciao Nicola, i tuoi ragazzi delle Volanti

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