La Calabria è stata consacrata al Sacro Cuore di Gesù dai vescovi della regione

Reggio Calabria. «La grideremo questa consacrazione, la faremo conoscere a tutti come segno della sentinella che annuncia il sorgere di un’alba, come respiro di una vita calabrese che comincia, come lampada sul colle, come lampo che squarcia le tenebre del male». È quanto ha detto ieri pomeriggio Mons. Vittorio Luigi Mondello, arcivescovo metropolita di Reggio Calabria-Bova e presidente della conferenza episcopale calabra, in occasione della consacrazione della Calabria nel Santuario di Sales, annesso al monastero delle suore della Visitazione di Reggio Calabria. Con lui tutti i vescovi riuniti per la sessione invernale della Cec. L’arcivescovo ha citato un brano del libro di Osea, al capitolo 11, dove viene offerto «uno stupendo soliloquio in cui Dio appare come padre pieno di amore per il figlio, Efraim»: «Non possiamo non scorgere suggestivamente una singolare profezia, che descrive il rapporto di Dio con la Calabria». Alla fine della lettura, ha spiegato mons. Mondello, «il panorama dei disastri della Calabria: quelli dovuti alle intemperie naturali e quelli dovuti alla cattiveria degli uomini». In primo luogo il «triste calvario delle alluvioni, delle vite perdute nello spazio di un attimo, delle speranze recise, delle famiglie ferite». E poi, ancora il panorama delle «cattiverie umane», la «unga storia di soprusi e di delitti della malavita organizzata, lo sconcertante riproporsi lungo il tempo, dentro le stesse pubbliche amministrazioni, di rivoltanti episodi di corruzione – suscitano l’accendersi dell’ira di Dio. Anche se l’amore prevale sull’ira».
In conclusione i vescovi della regione, sotto la presidenza di Mons. Vittorio Mondello, hanno concelebrato l’Eucarestia. In contemporanea, così come avevano invitato nei giorni scorsi i vescovi delle dodici diocesi calabresi, molti i fedeli calabresi si sono ritrovati nelle loro parrocchie, nel momento della consacrazione, per un momento di preghiera: «Il buon Dio vedrà allora nello stesso istante un’immensità di mani dei Calabresi levate verso di Lui ad implorare che il Cuore del Suo Figlio si apra ad accogliere i dolori e le speranze, le grida e le gioie, le fatiche e i silenzi, i passi e le cadute della Calabria intera», «se tutto questo accadrà quel giorno e quell’ora della consacrazione al Cuore di Cristo, segneranno per la Calabria l’inizio di una storia nuova».

Elia Fiorenza


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