Dopo il Consiglio comunale. Daniele Romeo: “Il collega Massimo Canale sembra un pugile suonato”

Reggio Calabria. “Quanto accaduto nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale impone una riflessione che, a scanso di equivoci, vuole essere “più civica che politica”.
In maniera “pacata” e razionale, è doveroso spiegare ai reggini perché il Consigliere Massimo Canale ha sbagliato, tenendo un atteggiamento poco consono ai lavori consiliari. Il civico consesso è, per definizione etimologica il “luogo della città” o, ancora, il luogo deputato per antonomasia a rappresentare proposte e discutere i problemi di un territorio e di una collettività. Non è, certamente, un palcoscenico adatto a solisti protagonisti che decidono di esibirsi in antipatiche quanto deleterie performance. Si doveva parlare di Città Metropolitana, di una occasione storica per Reggio e la sua Provincia. Lo hanno fatto molti, tranne Canale, che ha deciso di deragliare, inesorabilmente, verso temi, pettegolezzi e aspetti giudiziari non pertinenti.
Non sbaglio se affermo che, in consiglio, il portavoce del centrosinistra ha fatto tutto da solo, tutto male, tutto senza criterio. Sembrava, e sembra a tutti ancora oggi, un pugile suonato, il collega Canale. All’angolo, stordito dai colpi politici ricevuti, in piena confusione mentale e razionale, eccentrico interprete di un monologo caotico, rivolto a pochi, abbandonato (spugna in fronte e guanti in mano) anche dai suoi stessi sostenitori. Leader di se stesso. Ciò che più mi ha colpito e che insieme ai colleghi del Pdl abbiamo voluto far notare, è stata la gratuità e la violenza dell’atteggiamento tenuto dal pieddino in pieno Consiglio comunale, attraverso elucubrazioni ingiustificate: non una parola sulle strategie da attuare per la concretizzazione della città metropolitana, non una proposta sui confini geografici, sugli organismi costituenti, sulla necessità di avvalersi di professionalità di spessore e, a coronamento di questo percorso, il gesto irrispettoso nei confronti della città perpetrato da Canale che, terminato il suo intervento, ha preso i propri “accessori” ed è andato via, non partecipando, dunque, alla votazione. Dovessimo fare una sintesi, di quella giornata marchiandola di un colore strettamente politico, potremmo affermare senza timore di smentita che Massimo Canale (vuoi per appartenenza, vuoi per dettami, vuoi per varie ed eventuali) è contrario alla costituzione della città metropolitana di Reggio Calabria ed è dunque ostile ad un processo di sviluppo per la collettività.
So che non è così. So, o almeno credo di sapere, che Canale non è di questo avviso. Questo però, è stato il messaggio che ha trasmesso con il suo atteggiamento.
Non starò qui, inoltre, a citare le “pregresse gaffes di Canale”: certamente un consigliere comunale che “spinge ed offende” la Polizia Municipale, in maniera plateale, non può essere preso come esempio di virtù e deontologia.
Capisco che la parabola politica, superati i 40 anni, sia già in discesa inesorabile; avviata con la candidatura a Sindaco che spaccò in tre tronconi il centrosinistra e proseguita con la sonora bocciatura dei reggini che gli attribuirono un consenso minore rispetto a quello guadagnato dal dott. Lamberti Castronuovo nella precedente tornata. Il solco, dunque, sembrava essere già ben tracciato; ma il ruolo, la figura e la dignità del consigliere comunale merita ed impone altri e più significativi comportamenti.
Ciò che mi sento di dire, sempre con pacatezza però, è che il consigliere in questione avrebbe bisogno di una pausa di riflessione politica e personale. Un momento di analisi introspettiva che possa aiutarlo a capire il limite oltre il quale andare. Con maturità”.

Daniele Romeo
Coordinatore Pdl Grande città

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