Intimidazioni don Panizza. Famiglia Cristiana: “Per lui non si è mobilitato nessuno”

Milano. ”Manco un tweet per i preti coraggiosi”. ”Campagne contro la Chiesa sempre più frequenti. Solo silenzio, invece, per i sacerdoti che in Calabria, Campania e Sicilia lottano contro la mafia”. E’ il titolo che “Famiglia Cristiana” ha scelto per l’articolo sugli atti intimidatori ai danni  di  don Giacomo Panizza e di  ”Progetto Sud”, la comunità che si occupa di assisterea disabili e migranti, gestita dal sacerdote a Lamezia Terme e la cui sede è ospitata in un immobile confiscato alla cosca Torcasio. ”Dopo questo episodio, abbiamo due sole certezze – si legge sul settimanale . La prima è che don Giacomo non si farà scoraggiare. La seconda è che per lui non ci saranno tweet né post su Facebook; non partiranno campagne e non ci saranno mobilitazioni fuori da quel mondo cattolico affezionato alla legalità che da sempre cerca di essere vicino a lui e agli altri sacerdoti che resistono al dilagare male in Calabria, in Sicilia, in Campania. Famiglia Cristiana e Famigliacristiana.it cercano da tempo di raccontare questa ostinato, rischioso attaccamento al Vangelo nelle terre di mafia. Che produce eroismo,  ma anche vittime: per fare solo pochissimi esempi, dai martiri don Peppino Diana e don Pino Puglisi a don Luigi Ciotti, il fondatore di Libera, che da decenni non può muoversi se non accompagnato dalla scorta. Non siamo i soli a parlare di loro,  ma ci piacerebbe ugualmente essere in più folta compagnia. In compagnia, per esempio, di chi ha organizzato una campagna piena di falsità  per spiegare al popolo che la Chiesa (tutta la Chiesa) non paga le tasse e che i preti sono evasori fiscali. O dei molti che hanno usato i social network, e anche la disponibilità del nostro sito, per provare a diffondere la vergognosa equazione ”preti = pedofili”, ignorando bellamente non solo la realtà, ma anche l’operazione di moralizzazione e pulizia varata e condotta da Benedetto XVI”.

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