Inaugurazione Piazza Italia. Scarfone (PDL): “Importante per memoria storica e simbolo”

Con l’inaugurazione di ieri sera, finalmente, Reggio Calabria ‘riconquista’ una piazza importante per memoria storica e simbolo, da sempre, della vita politica ed istituzionale delle rive dello Stretto. Uno spazio nel cuore pulsante della città per decenni associato ad un concetto ‘d’incompiuta’ soprattutto a causa della recinzione che, nell’immaginario collettivo, ha preso le sembianze di una greve armatura in grado di appesantire uno dei cavalieri più valorosi dell’intera scacchiera.
Ecco perché la restituzione di piazza Italia non può non rappresentare un momento positivo per tutti i reggini, tra l’altro numerosi al taglio del nastro. Tale cospicua presenza ha anche generato un moto di emozione in chi, come me, vede ancora in questa piazza il richiamo della storia politica ed amministrativa del Bel Paese, come quando vi si svolgevano i comizi di quei grandi uomini che hanno costruito gran parte dell’Italia di oggi quali, ad esempio, Giorgio Almirante.
Vi è stata un’ampia partecipazione, dunque, anche a fronte delle potenziali polemiche: esercizio, quest’ultimo, patrimonio imprescindibile del “reggitano” (non reggino) il quale, non potendo gioire per un incomprensibile, quanto congenito, essere autolesionista, diffidente e contrario alle novità probabilmente metterà in rilievo quanto ancora manca per il completo restyling della piazza. Proprio alla luce di questa considerazione, che mi auguro appartenga ad una percentuale minima dei nostri concittadini, verrebbe da accomunare l’attuale condizione di piazza Italia a quanto accade nel nostro territorio. Da un lato un velenoso dibattito, costruito ad arte per demolire Reggio, dall’altra parte invece chi lavora per ridare dignità ad una città che, ripercorrendo gli ultimi 10 anni, ha accolto la realizzazione di rilevanti opere pubbliche, il cui numero supera di gran lunga quanto costruito in tal senso nell’intera storia repubblicana.
Aperta e chiusa questa parentesi, mi preme però sottolineare che, in qualità di cittadino in primis e di amministratore in secondo luogo, non intendo appassionarmi né alle stagioni né ai modelli, bensì guardare solo ai risultati ed ai vantaggi che essi generano. Benefici che a loro volta sono attestati da fatti e non da slogan: nel settore dei lavori pubblici, infatti, dovremo solo completare quelle infrastrutture avviate e non concluse per dare un senso finito alla trasformazione reale di Reggio. Immediatamente dopo l’insediamento della nuova Amministrazione civica, più volte, con in testa il sindaco Demetrio Arena, abbiamo ribadito che, per almeno un anno, avremmo dovuto lavorare sodo affinché la nave fosse tirata fuori dalla secca che impediva la navigazione verso il mare aperto. Arena, a più riprese, ha parlato al cuore dei reggini evidenziando le difficoltà incontrate dal governo cittadino nell’amministrare serenamente durante un fase di emergenza globale: egli, nel contempo, e nonostante gli ostacoli, è stato in grado di concretizzare gli impegni necessari per la risoluzione delle problematiche più urgenti. Un indirizzo preciso che si è intravisto in questi ultimi tempi, con interventi straordinari (Arghillà, Rosalì e Paterriti per citarne alcuni) e l’ultimazione di alcune opere (recente il nuovo collegamento viario tra il viale Calabria e Ravagnese).
Nessuno intende nascondere le difficoltà o non affermare quanto impegno sia attualmente doveroso alla luce di quanto resta ancora da compiere, ma il momento ci vede inseriti in una filiera istituzionale storica per il territorio calabrese, provinciale e comunale; ‘fil rouge’ indispensabile alla delineazione di quella Grande Reggio che il centrodestra immagina e che deve avere il suo motore più potente nello status di città Metropolitana. Un percorso in cui indispensabile diviene il ruolo della Regione Calabria: una ‘conditio sine qua non’ anche per la riapertura del Museo Nazionale della Magna Grecia (polo d’attrazione innovativo in quanto contenitore e scrigno di preziose ed uniche testimonianze della gloriosa culla di civiltà che Reggio ha rappresentato nella storia del mondo), per la definizione degli assetti nella stessa Piazza Italia, e per il Piano Urbano della Mobilità (strumento atto a valorizzare la città come nodo cruciale al centro del Mediterraneo).
Tali argomentazioni sono divenute, e proseguono ad essere, consapevolezza non solo negli ambiti politico – amministrativi delle rive dello Stretto, ma anche tra i reggini che hanno riposto, con continuità, la loro fiducia nei nostri confronti.

Beniamino Scarfone
Capogruppo PdL a palazzo San Giorgio

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