Falcomatà (PD): “Pesanti ingerenze dell’Esecutivo sui lavori consiliari”

Reggio Calabria. Se provate a collegarvi sul sito internet del Comune di Reggio Calabria, cliccando alla Sezione “Il Sindaco” (riconoscibile dalla foto del Primo Cittadino), accederete all’Area Amministrazione. Cliccate poi su “Consiglio” e sulla destra compariranno alcune voci, tra cui: “Conferenza dei Capigruppo”. Fate doppio clic e avrete di fronte una pagina vuota. Già, vuota proprio come “vuota” di significato e svilita delle sue funzioni è, alla luce dei fatti, la Conferenza dei Capigruppo. Ma procediamo con ordine. Il 5 aprile scorso, i Capigruppo nel corso della conferenza hanno unanimemente trovato l’accordo sulla data del Consiglio, che avrebbe dovuto aver luogo il 18 aprile scorso, e sui punti da inserire all’ordine del giorno. Va evidenziato che, a termini di regolamento, una volta completati i precedenti passaggi, il Presidente è tenuto senza discrezionalità alla convocazione del Consiglio: “La conferenza dei capigruppo è convocata dal Presidente del Consiglio […] prima della formulazione dell’ordine del giorno delle sedute del consiglio comunale e per programmare i lavori dell’assemblea” (art. 39 comma 7 Statuto Comunale). Accade, tuttavia, che venerdì scorso viene nuovamente convocata dal Presidente Vecchio, poi risultato assente, una Conferenza dei Capigruppo per valutare la possibilità di rinviare il Consiglio al fine di permettere alla Giunta di approvare le controdeduzioni ai rilievi della Corte dei Conti. Non occorre un luminare del Diritto per accorgersi che non esiste alcuna pregiudiziale che possa giustificare un rinvio per simili motivazioni. Bisogna ricordare, inoltre, che la seduta del 18 prevedeva la discussione di circa venti (!) punti all’ordine del giorno che da mesi giacevano a prendere polvere sulla scrivania del Presidente. In quella circostanza ben 14 capigruppo sui 15 totali si erano dichiarati contrari al rinvio. Alcuni di questi, Raso e Bagnato ad esempio, verbali alla mano, evidenziavano la loro assoluta contrarietà al rinvio, rimarcando al contempo la “strana” assenza del Presidente. Oggi, da fonti giornalistiche, si apprende della folgorazione sulla via di Damasco di tutti quei gruppi di centrodestra che fino a ieri si erano opposti al rinvio. Quali parole avrà usato il Primo Cittadino Demi Arena per convincerli? Cosa si cela realmente dietro questo rinvio? Forse la volontà di non discutere importanti delibere per la città? Mi auguro di no. Una cosa è certa: si registra, ancora una volta, la pesante ingerenza dell’esecutivo nei lavori consiliari e l’ennesimo deficit di democrazia ascrivibile a questa amministrazione. Il Partito Democratico e il centrosinistra sono contrari a questi bassi giochi di Palazzo in cui a perdere è sempre la cittadinanza, privata della convocazione della sua assise più importante.

Giuseppe Falcomatà Capogruppo PD

 

 

 

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