Processo Meta. Stabile Condello libero dal 2006: Comune produce documento che smentisce colonnello Giardina, pm lo acquisisce agli atti

Reggio Calabria. Questa mattina, nell’ambito dell’udienza del processo Meta, è proseguito lo scontro tra il colonnello Valerio Giardina, ex capo del Ros dei Carabinieri di Reggio Calabria, e l’ex amministrazione comunale a guida Giuseppe Scopelliti. Oggi infatti è stata la volta del controesame per le parti civili della testimonianza del colonnello. Il legale del Comune di Reggio Calabria, l’avvocato Fiorella Megale, ha chiesto al colonnello di ripercorrere le date salienti della vicenda “immobile Condello”. Nella sua testimonianza, infatti, il colonnello Giardina aveva affermato che nel 2006 “il bene era ancora nella disponibilità dei Condello e il Comune lo stava ristrutturando”. Una tesi questa già duramente contestata dall’ex sindaco, oggi governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, che proprio all’indomani di queste dichiarazioni aveva tenuto una conferenza stampa rileggendo la cronistoria dell’attività amministrativa del Comune. E questo, in sostanza, ha chiesto oggi l’avvocato Megale, anche perché il Comune, che si è costituito parte civile contro Condello, ha in tal modo la possibilità di dimostrare la propria attività di contrasto ai Condello, avvalorando così la pretesa risarcitoria per il danno subito. L’avvocato Megale, dunque, ha chiesto precisazioni al colonnello in merito alle date salienti. “Alcune cose non le sapevo perché non mi competevano” ha risposto l’ufficiale dell’Arma, poi pressato dalle domande dell’avvocato ha fornito due date diverse, il 2008 e il 2010. Rispettivamente due anni e quatto anni più tardi, rispetto al documento che il difensore del Comune ha prodotto: si tratta di un documento redatto dal Comune di Reggio Calabria da quale si evince che lo stabile di proprietà della famiglia Condello è stato sgomberato nel 2006, e non nel 2010 come aveva sostenuto il colonnello dei carabinieri, Valerio Giardina. Il documento presentato è frutto di un’indagine interna dell’Amministrazione comunale secondo cui l’immobile di proprietà della famiglia Condello, già oggetto di confisca definitiva, era stato sgomberato nel 2006. Nelle scorse udienze, invece, il colonnello Giardina aveva sostenuto che lo stabile continuava ad essere occupato dai familiari del potente capomafia di Archi e che l’immobile fu liberato solamente nel 2010. Particolarmente stizzita la reazione del pubblico ministero, Giuseppe Lombardo, il quale ha chiesto ai giudici l’assunzione della documentazione depositata dall’avvocato Megale “per valutare se possa essere o meno configurata l’ipotesi di reato di falso ideologico”.

Fabio Papalia

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