Catanzaro. Ex assessore Laria condannata a 2 anni e 10 mesi: “Proseguo campagna elettorale”

Catanzaro. “E’ fuori di dubbio che con queste ampie manifestazioni di conforto della gente e con la serenità di essere indenne da qualunque responsabilita’ di qualsivoglia natura, proseguo la mia campagna elettorale, ritenendo che quando si crede e si ha fede nella propria pulizia interiore e capacità di aiuto alle persone bisognose, si rende opportuno e doveroso andare loro incontro ed attivare tutte quelle progettazioni che si rendono necessarie per migliorare la loro condizione di vita”.
Lo ha sostenuto Caterina Laria dopo la condanna emessa a suo carico dal Tribunale di Catanzaro. “Peraltro – è scritto in una nota – non esecutiva sino a pronuncia della Suprema Corte di Cassazione. Anche se occorrerà qualche tempo per conoscere le motivazioni che hanno spinto l’odierno collegio alla decisione ritengo necessario ribadire le mie considerazioni in ordine all’excursus storico afferente la vicenda giudiziaria in argomento. E’ appena il caso di rilevare, sia pure con numerosi interrogativi e perplessità, che la vicenda ha origine nel 2005 per iniziativa del pm Luigi De Magistris, il quale estrapola tale questione da una indagine relativa al terzo settore in ordine a reati che non avevano nulla a che vedere con la mia persona. La mia perplessità permane e si aggrava nel momento in cui assisto al fatto che da tale anno fino al 2010 l’inchiesta rimane in quiescenza per essere ripresa, guarda caso, proprio alla vigilia delle elezioni amministrative del 2011, in occasione delle quali formalizzavo la mia candidatura in una lista di centrodestra. Una accelerazione repentina e sorprendente all’intera procedura ha portato l’inchiesta ad essere conclusa nella data odierna, quando mancano poco piu’ di dieci giorni alla espressione del voto per la corrente campagna elettorale, nel corso della quale continuo ad essere candidata per la stessa coalizione di centrodestra. Il nocciolo della vicenda, fortemente amplificato e strumentalizzato, non riguarda malversazioni o reati contro la pubblica amministrazione ovvero appropriazioni indebite, bensì il ‘delitto’ di essermi interessata in favore ed in piena liceità di alcuni ragazzi pienamente professionalizzati ed estremamente bisognosi, sia pure per un minimo compenso utile, quanto meno, indispensabile per la sopravvivenza. Era nelle mie prerogative ed è nella mia mentalità e quotidiana professionalità andare incontro ai bisogni della gente, altrimenti non avrei dovuto e potuto assolvere appieno ai compiti istituzionali di assessore alle Politiche sociali, carica che ho rivestivo, oltre che all’epoca dei fatti, per ben due legislature, nel corso delle quali non si e’ registrato alcun incidente di percorso e, soprattutto, non ho subito alcun contrasto da parte di personaggi addetti al ministero dello spirito improvvisamente folgorati dalla politica”.
“E’ vero – ha aggiunto ancora Caterina Laria – che si tratta di un processo privo di utilità giudiziaria, perché coperto da indulto, ma la mia certezza, unita alla mia vocazione, di dovere senza tentennamenti guardare sempre al bene comune ed a studiare e praticare ogni iniziativa in favore della gente che soffre, mi impone di continuare a credere che nelle ulteriori Sedi giudiziarie questo primato degli interessi del sociale riscuoterà il giusto riconoscimento. La forzata macchia che si vorrebbe porre ai danni di una persona dalla trasparente reputazione, personale e professionale, non potrebbe essere diversamente sopportata, anche perché non sarebbe giusto che l’attività istituzionale venisse valutata solo ed esclusivamente in funzione della parte politica di appartenenza dell’Assessore. La straordinaria ed appassionata difesa svolta nel processo dall’on. Giancarlo Pittelli e dall’avv. Simone Rizzuto, in maniera molto chiara ed efficiente, ha posto l’accento sull’assoluta insussistenza dei fatti che mi si addebitano e sulla mancanza di attendibilità del narrato delle presunte persone offesa dal reato, le quali, inusitatamente, non si sono costituite parti civili, preferendo meglio rimanere nell’ombra anziche’ partecipare alla dialettica processuale”.
“Anche col conforto, veramente determinante, dell’appassionato elettorato che da anni è legato alla mia persona – ha concluso – non posso che rimanere fiduciosa sulla prospettiva che, in sede di appello, questa importante efficienza si tramuti in quella efficace determinazione che sarà alla base di una piena sentenza assolutoria.”

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