La storia Romana protagonista dell’incontro targato Cis della Calabria

Reggio Calabria. La libreria Culture a Reggio Calabria ha ospitato una tavola rotonda che ha inaugurato il nuovo ciclo “La storia romana si racconta: conversazioni sulla latinità” alla quale hanno preso parte il presidente del Cis Loreley Rosita Borruto, in qualità di moderatore Gianfranco Cordì, dottore di ricerca presso l’Università di Catania, nel ruolo di moderatore e relatore Angelita Tomaselli, giornalista e dottore magistrale in Tradizione classica presso la facoltà di Lettere e filosofia dell’ateneo messinese.
La dott.ssa Tomaselli, studiosa appassionata di storia romana e antichità classica, ha illustrato con dovizia di particolari suggestivi e accattivanti il “Rescritto di Hispellum”, un’importantissima testimonianza di carattere storico e giuridico risalente a uno dei più studiati imperatori della storia, Costantino il Grande. Si tratta di un’epigrafe scritta in latino incisa su marmo ed attualmente collocata presso la sala del comune di Spello in Umbria (Hispellum era l’antico nome della cittadina) recante il testo di una risposta ad una petizione avanzata dal popolo degli Umbri all’imperatore Costantino e ai suoi tre figli, Costantino il Giovane, Costante e Costanzo.
Il documento riveste un’importanza fondamentale riguardo alla politica religiosa dell’imperatore negli ultimi mesi della sua vita (esso risalirebbe infatti all’anno 337 d.C., quello in cui Costantino morì), in quanto il sovrano concede agli Umbri l’edificazione di un tempio, un’usanza pagana dunque, per onorare la gens Flavia, quella dalla quale egli discende, insieme ad altre particolari concessioni tra cui la possibilità di dare una nuova denominazione a Spello che l’imperatore mutua in Flavia Constans.
Ebbene, il quesito posto dagli storici, come ha ben evidenziato la dott.ssa Tomaselli nella sua brillante “lectio magistralis”, così definita da Maria Quattrone ex preside del liceo classico Campanella, è: com’è possibile che il primo grande imperatore cristiano della storia, Costantino, appoggi un’usanza di stampo pagano? La risposta è quanto mai diplomatica: il sovrano sa bene che la maggior parte degli Umbri, quella anche più ragguardevole, è pagana e non può certo suscitare inimicizie o risultare egli stesso inviso. Si tratta di mantenere il lealismo politico del popolo e di svecchiare il culto pagano dalla sua aurea sacrale per attribuirne una di carattere civile. Costantino impone a Spello una evoluzione del culto imperiale che viene “laicizzato”, per usare un termine adottato da Jacque Gascou, studioso francese che ha dedicato un intero saggio al Rescritto di Hispellum. Il testo dell’epigrafe, con il numero 5265, è contenuto nel volume XI del Corpus Inscriptionum Latinarum (CIL) compilato da Theodor Mommsen. Un bel tuffo nella storia romana e nei suoi tesori.

Cis della Calabria

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