Registro unioni civili. Il Consiglio Comunale respinge la proposta presentata da Liotta

Reggio Calabria. La maggioranza comunale guidata dal Sindaco Demetrio Arena ha sempre cercato di dare un’immagine di sé improntata all’ascolto e al rispetto dei cittadini. Al di là delle ideologie o delle questioni prettamente partitiche e amministrative, nel corso della seduta di Consiglio Comunale terminata nella tarda serata di mercoledì ha fallito il bersaglio. Dopo diverse ore di ritardo – più di tre dall’inizio previsto e circa quattro di sospensione pomeridiana – il Consiglio ha bocciato la mozione presentata dal consigliere di Energia Pulita sull’istituzione del registro delle unioni civili, non nuova nel nostro Paese dal momento che è già stata adottata in diverse città italiane. Al momento della discussione la maggior parte dei consiglieri di maggioranza comunale sono usciti dall’aula per non farvi più ritorno. Intorno alle 19.30 ha avuto inizio la discussione aperta dallo stesso Liotta: “Sono passati circa 26 anni dal giorno in cui la Corte Costituzionale ha sancito l’impossibilità che un rapporto di fatto possa essere irrilevante sotto un profilo costituzionale. Molte coppie si trovano nell’impossibilità di potersi sposare a causa di varie circostanze, spesso economiche, ed è a queste coppie che noi oggi dobbiamo guardare con un atteggiamento aperto. Lasciare determinate situazioni allo sbando non è un atto maturo”. In sostanza il registro delle unioni civili altro non è se non un riconoscimento amministrativo che niente ha a che vedere con l’istituzione del matrimonio, che esso sia cattolico o civile. Trattasi di un atto che vuole, nella sua semplicità, lanciare un segnale al Governo Centrale affinché prenda sotto esame, una volta per tutte, le questioni legate alle coppie di fatto (specie quelle omosessuali) e che sia anche di sensibilizzazione e di apertura nei confronti di tutti i cittadini della comunità.
La discussione è infuocata. Il centro destra, con due dei suoi rappresentanti, basa le proprie argomentazioni sui  temi della fede cattolica, nonché delle leggi costituzionali che prevedono che la famiglia sia fondata sull’unione di uomo e donna. Il tutto accompagnato dall’accusa rivolta al centrosinistra di strumentalizzare l’omosessualità e le cause spese in favore di essa.
A prendere per primo la parola è stato Pasquale Crupi (UDC): “Quello presentato è un documento di forma e incosistente, inutile dal momento che la nostra Costituzione garantisce ampiamente diritti eguali per tutti i cittadini. Pertanto il centro sinistra non faccia demagogia su questioni tanto delicate”.
E’ stato poi il turno di Roberto Leo (UDC) che ha così commentato la proposta di Liotta “Tale documento oltre ad essere inutile e illegittimo non potrà trovare alcuna applicazione giuridica mancando una legge di riferimento nazionale, una mera operazione di immagine. Fumo negli occhi per l’opinione pubblica, abbiamo altre cose più importanti a cui pensare, che cavalcare un tema così delicato per scopi puramente propagandistici”.
Felice Nava e Beniamino Scarfone, infine, hanno proposto a Liotta di ripresentare la mozione per discuterne in un secondo momento.
Il centro sinistra ha risposto  alle argomentazioni proposte dalla controparte.

Falcomatà: “Da cattolico mi sento più offeso dalla presenza dei pedofili nelle chiese, dall’abbandono dei minori e da tante altre cose. Vero che non esiste un legge statale a questo proposito, ma vero è anche che al di sopra della legge esiste la Costituzione e al di sopra di essa i principi che la ispirano, tra i quali quello della dignità umana. Noi vogliamo riconoscere dignità alle unioni civili. In questi casi si dice che la politica debba stare fuori dalla discussione; io credo che bisogni mettere da parte il partitismo piuttosto che la politica”.

Ha continua Canale: “Esiste un problema che riguarda soprattutto gli amministratori perché è necessario capire se questo consiglio sia solo capace di porre rimedio alle emergenze o sia anche in grado di costruire positivamente. Questo regolamento non istituisce delle coppie di fatto, ma riconosce la convivenza di due persone che si rispettano. C’è una società che cammina e si evolve e noi stentiamo ad andarle dietro. Vorremmo che Reggio non fosse ricordata solo per le infiltrazioni mafiose all’interno delle società miste ma anche per la sua capacità di guardare avanti”.
Delfino, invece, ha posto l’accento sull’assenza massiccia dei consiglieri di maggioranza, degli assessori e del sindaco stesso: “Il Consiglio si è svuotato. La questione delle unioni civili è annosa ed io speravo, per la sua approvazione, nel ricambio generazionale; noto, invece, che la mentalità è sempre la stessa. Vorrei che i miei figli crescano in una città che saprà accoglierli da adulti, sia che essi siano etero o omosessuali, in quanto semplici cittadini”.
E’ intervenuto anche Giuseppe Bova: “Da cattolico non credo che il registro per le unioni civili vada a togliere niente a nessuno, né che metta in crisi le famiglie. Quindi, come cavolo potrebbe turbare l’equilibrio della città?”
Ma la decisione è già stata presa: il consiglio si esprime negativamente con sei voti favorevoli, otto contrari e due astenuti.
Dagli spalti del pubblico si alzano i ragazzi dell’Arcigay di Reggio con uno striscione “Coppie di fatto, quali diritti?”. Sui loro diritti ci sarà ancora da discutere e proprio su questi – è vero – dovrà essere il Governo centrale a fare chiarezza. Certo avrebbero avuto il diritto di essere ascoltati e sarebbe stato opportuno che la proposta di Liotta fosse discussa magari prima del punto all’ordine del giorno sulla valorizzazione della risorsa del bergamotto.

Giulia Polito

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