Ordine dei Medici: “Basiti dal parere della Corte dei Conti sull’impossibilità di assumere, è in ballo la salute del paziente”

Reggio Calabria. Non si può guardare alla sanità come ad un bilancio economico il cui primo obiettivo sia quello di far quadrare i conti avendo una visione miope di tutto il sistema. Qui è in ballo la salute del paziente. Ci lascia basiti il parere reso dalla sezione di controllo della Corte dei Conti, in merito ai quesiti formulati dal Governatore della Calabria, dottor Giuseppe Scopelliti, che, da quanto si apprende, rende impermeabile a qualsiasi forma di assunzione l’apparato sanitario della nostra regione. In altre parole, eventuali assunzioni sarebbero da tagliare con la conseguente illegittimità di eventuali atti deliberativi che vadano verso la direzione di contrattualizzare nuovo personale. Si parla di circa 3500 esuberi nella sanità calabrese senza specificare se si tratta di unità di personale medico, paramedico o amministrativo. Tuttavia, qualora dovesse venir fuori che questi esuberi riguardino anche il settore medico, sarebbe opportuno individuare gli ambiti specifici al fine di non creare voragini in riferimento a determinate specializzazioni. Non si può intervenire, sparando nel mucchio e tagliando alla rinfusa. Nella sanità calabrese, quindi, non si assume nemmeno se vi è una pletora di personale medico e paramedico che raggiunge i limiti di età e viene collocato a riposo. E chi paga tutto ciò? I medici ed i pazienti. L’impossibilità di effettuare assunzioni, tanto a tempo indeterminato quanto a tempo determinato, non potrà certo essere archiviata in maniera indolore. E’ evidente che un personale medico, spesso dimezzato, non può garantire gli stessi livelli assistenziali e sopportare i medesimi carichi di lavoro, di prima, né, tanto meno, è concepibile pensare a nuove strutture senza incrementare il personale medico e paramedico. Questa situazione risulta ancora più grave ed ingestibile nelle branche altamente specialistiche in quanto il personale con particolari specializzazioni è, di per sé, assai ridotto e non è possibile neanche recuperarlo dalle strutture che, in base al nuovo Piano di rientro, sono state soppresse o ridimensionate. Ed è così che ci troviamo a denunciare, per l’ennesima volta, che i medici calabresi, e reggini in particolar modo, si trovano ad operare in condizioni disagiate e difficili mentre l’opinione pubblica ed i mass media restano con le antenne diritte per cercare di cogliere eventuali casi di malasanità, come dimostrano i continui allarmismi che giungono dai vari ospedali di Reggio e provincia prima ancora che vi sia la men che minima certezza di responsabilità sull’accadimento. A pagare il conto, in questo stato, non sono solo i medici, ma anche i pazienti che subiscono le conseguenza di questa crescente carenza di personale sotto forma di risposte terapeutiche più rabberciate. A tal fine appare necessario supportare l’azione del Governatore Scopelliti nel chiedere una deroga, a nostro avviso improcrastinabile, a questo provvedimento di diniego, quando, invece, appare palese che sia necessario procedere ad assumere per rimpiazzare personale medico e paramedico all’interno dei nostri ospedali e delle altre strutture sanitarie. A nostro modesto avviso, poi, vanno elogiati quei direttore generali che, sotto la propria personale responsabilità e mettendosi una mano sulla coscienza, dinnanzi a situazioni inderogabili, al solo fine di far funzionare il sistema sanitario, hanno pensato di non tener conto di queste imposizioni, a dir poco opinabili, che non avrebbero consentito il buon andamento di tanti reparti. Si mettano una mano sul cuore, a questo punto, anche i vertici del Tavolo Massicci ed i magistrati contabili che hanno espresso questo parere e si assumano le proprie responsabilità: la salute dei calabresi, è proprio vero, passa anche dalle loro mani e la salute, ancora oggi, non ha prezzo.

Il Consiglio Direttivo dell’Ordine dei Medici della Provincia di Reggio Calabria

 

Exit mobile version