Reggio Calabria. “Il sistema della valutazione della performance nel sistema sanitario”: è stato questo il tema di un incontro formativo promosso dall’Ordine dei Medici nell’ambito delle attività di aggiornamento. Davanti ad una considerevole platea di camici bianchi reggini, i lavori sono stati aperti dai saluti del Presidente dell’Ordine, Pasquale Veneziano.
“Il tema delle performance – ha esordito, introducendo al tema, Antonino Zema, coordinatore della Commissione formazione e aggiornamento – è un argomento importante nell’ottica della legislazione che ci riguarda. La performance è la valutazione delle capacità di produzione ovvero il contributo che un soggetto apporta al raggiungimento di determinate finalità”.
“E’ un argomento molto stimolante – ha affermato il vicepresidente dell’Ordine nonché moderatore del convegno, Giuseppe Zampogna – in quanto stiamo andando ad analizzare uno degli indicatori principali del menage sanitario”.
Nel suo intervento, il segretario dell’Ordine dei Medici, Enzo Nociti ha evidenziato come sia importante che l’ente ordinistico si dimostri forte “a tutela del lavoro dei medici”.
Rubens Curia, Dirigente del Settore Area Lea del Dipartimento Regionale Tutela della Salute e Politiche Sanitarie ha relazionato su “lo stato di salute della sanità calabrese”.
“Si è avviato un processo irreversibile – ha chiosato Curia – da quando il Governo, essendo la Calabria regione inadempiente ha avviato il piano di rientro, ed adesso la sanità calabrese vive una fase molto delicata. Nei decenni passati l’organizzazione sanitaria calabrese si era adagiata ed il piano di rientro rappresenta un’occasione per migliorarsi”.
“La valutazione del dirigente medico – ha puntualizzato Paolo Costantino, Dirigente Medico dell’Unità Operativa di Accettazione e Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera – è oggi indispensabile essendosi l’ambito sanitario uniformatosi agli altri settori della pubblica amministrazione. Il problema è proprio nel fatto che il Governo tende ad uniformare la professione medica alle altre figure del pubblico impiego anche in riferimento ai risultati cosa che, dal nostro punto di vista, non può essere accettata in toto per via della specificità del nostro settore. Gli operatori della sanità, nel loro operato, non possono rispondere a criteri come budget, risparmio ed economicità in quanto il medico deve tener conto soprattutto della salute del paziente. E’ inaccettabile che il decreto Balduzzi ci uniformi, in tutto e per tutto, agli altri dirigenti della pubblica amministrazione”.
Domenico Minniti, Dirigente Medico presso l’Unità Operativa di Anestesia e Terapia Antalgica dell’Azienda Ospedaliera, si è soffermato sui metodi di valutazione e sulla composizione degli organismi preposti.
“Modelli operativi: esperienza in un’azienda sanitaria – sistemi premianti e finanziamento della retribuzione da risultato”: è stato il tema della relazione di Giuseppe D’Angeli, già direttore del Gru dell’Asp reggina.
“Siamo davanti ad un cambiamento epocale – ha rimarcato Ivana Calcopietro, avvocato cassazionista – in quanto prima ci trovavamo davanti ad un sistema valutativo che garantiva premialità in maniera indiscriminata. All’interno di un percorso di modifica del rapporto di lavoro si è deciso di cambiare logica, non soltanto favorendo un sistema di premialità individuale ma anche promuovendo uno stimolo per i dipendenti a lavorare meglio in quanto il suo operato sarebbe stato tangibilmente riconosciuto. L’intento è stato quello di elevare gli standard qualitativi ed economici dei servizi resi. Il cambiamento che ci accingiamo a registrare dovrebbe avere dei risvolti positivi, nascendo dall’analisi di una criticità preesistente, tuttavia affermare se il nuovo sistema sia efficace o efficiente è presto per dirlo considerato che non è stato ancora testato. Per capire ciò, sarà necessario una valutazione almeno fra un paio di anni. Tuttavia, il sistema così strutturato lascia presagire degli effetti positivi”.