Presentato il lungometraggio “Quel che resta”

Reggio Calabria. Presentato questa mattina, presso la sala conferenze dell’ “È Hotel” di Reggio Calabria il lungometraggio Quel che resta del regista Laszlo Barbo. Al tavolo dei lavori hanno partecipato gli attori reggini Giacomo Battaglia e Gigi Miseferi, Giuseppe Agliano, delegato dalla Presidenza della Regione Calabria ai rapporti con la Fondazione “Calabria Film Commission”, Michele Geria, direttore esecutivo del “Reggio Film Festival”, e Sandro Scialpi, compositore della colonna sonora del film. La pellicola nasce dalla sinergia fra la “Fondazione Calabria Film Commission” , la società “Produzione Straordinaria” e l’ amministrazione provinciale di Reggio Calabria. Grande contributo è stato offerto inoltre da “Cinecittà Luce”. Nel cast si registra oltre al duo reggino, Battaglia-Miseferi, l’eccelsa presenza di Giancarlo Giannini, Franco Nero e Luca Lionello. Il primo ad intervenire alla conferenza stampa è stato Giuseppe Agliano il quale ha affermato che “la realizzazione di questo lungometraggio rappresenta un momento importante non solo per la Fondazione “Calabria Film Commision”, ma per l’intera città di Reggio Calabria poiché esso è il simbolo del talento di attori e maestranze varie provenienti dalla nostra terra. Investire su attori reggini vuol dire soprattutto investire sul nostro territorio e questo è infatti uno dei principali compiti della fondazione. Quel che resta è il biglietto da visita della “Calabria Film Commission” e per questo auspico che saranno in tanti a vedere domani sera, presso il teatro “Cilea” la prima dell’opera”. Successivamente è intervenuto Giacomo Battaglia che per questa occasione si è “spogliato” della sua talentuosa e straordinaria comicità per rivestire i panni, all’interno del film, del Gobbo: personaggio cattivo che creerà non pochi problemi ai protagonisti. “ Quel che resta-ha dichiarato in conferenza stampa Battaglia- nasce dall’intuizione del precedente presidente della Fondazione, Francesco Zinnato. L’opera è stata girata tra la Calabria e Roma e trae le sue origini da due racconti di due autori reggini ossia Ricordi d’un dissepolto di Michele Calàuti e Le baracche di Fortunato Seminara”. La storia della nostra città non può non fare riferimento all’immane tragedia del sisma che ha colpito Reggio Calabria e Messina. A Reggio i soccorsi arrivarono dopo 48 ore rispetto all’evento per questo molte persone che potevano essere salvate, se gli aiuti fossero arrivati in tempo, morirono invece sotto le macerie. Chi sopravvisse fu catapultato in un’altra dimensione fatta di baracche e povertà. Noi abbiamo ricreato la Reggio post terremoto fatta di persone che dall’oggi al domani non erano più povere soltanto dei beni, ma anche di una parte dell’anima”. Dopo Battaglia è intervenuto Gigi Miseferi, anche lui in una veste completamente diversa rispetto a quella in cui siamo abituati a vederlo di solito. “Quello che mi preme sottolineare- ha affermato l’attore reggino- che purtroppo si è cristallizzata un’inesattezza di fronte a questo fatto storico. Il terremoto del 1908 ha colpito Reggio Calabria e Messina, non solo Messina. Purtroppo siamo stati depauperati anche di questo tragico evento; da troppo si sente che il sisma ha colpito soltanto Messina. Nel film interpreto Gianni di Saia, un personaggio molto crudele e storpio. Per questo motivo ho dovuto imparare a zoppicare e per farlo ho camminato con i sassi dentro le scarpe per molto tempo. Sul set abbiamo vissuto come i nostri concittadini dell’epoca, in gigantesche baraccopoli a contatto con molti animali e con la povertà. In questa sede è doveroso ringraziare la professionalità degli scenografi e dei truccatori; i primi hanno ricostruito al meglio la Reggio post-sisma mentre i secondi hanno ricostruito sui nostri volti le cicatrici e i segni della sofferenza”. Alla conferenza stampa è intervenuto anche Sandro Scialpi, che ha composto le musiche del film. “Sono stato coinvolto- ha sottolineato Scialpi- in questo progetto non solo professionalmente, come compositore, ma anche personalmente, come reggino. Le melodie e gli arrangiamenti sono state curate, oltre che da me, anche da Pat Levato. In tutto sono sei i brani realizzati in soli tre mesi. Spero che la mia musica arrivi al cuore della gente e che essa si diventi un messaggio di speranza”. Infine, ha preso la parola Miche Geria, produttore esecutivo del RCFF, il quale ha tenuto a sottolineare determinati particolari. “Quel che resta è nato quando alla guida della Fondazione vi era l’ex presidente Zinnato. All’idea di Zinnato è doveroso assegnare un bel 10 per l’operazione culturale, però di contro sono del parere che sul fronte dell’operazione produttiva-economica e della distribuzione sono costretto ad assegnare uno zero tagliato. L’ex “Calabria Film Commission” investì tutto sul progetto da realizzare, ma non prese accordi con una casa di distribuzione. Ad oggi infatti, Quel che resta non ha ancora trovato chi lo distribuirà al grande pubblico. Per tali motivi, la nuova “Calabria Film Commission”, presieduta da Gianluca Curti, ha cambiato completamente rotta: i film si realizzano solo se c’è firmato un contratto con una casa di distribuzione. Dall’insediamento del Presidente Curti infatti, abbiamo già finanziato tre pellicole, tutte e tre regolarmente distribuite”. Quel che resta verrà proiettato in anteprima nazionali domani, martedì 4 dicembre, alle ore 19.30 presso il teatro comunale “Francesco Cilea”. L’entrata è gratuita. Prima della proiezione il pubblico incontrerà oltre gli attori reggini, Battaglia e Miseferi,anche Luca Lionello, attore protagonista della pellicola.

Quel che resta: Appunti sul film
Dopo quelle realizzate in Calabria si sono concluse, negli studi di Roma, le riprese del film “Quel che resta”, promosso dalla “Fondazione Calabria Film Commission” e realizzato in collaborazione con la società “Produzione Straordinaria” e con il sostegno di “Cinecittà Luce” e della Provincia di Reggio Calabria. La regia è stata affidata a Laszlo Barbo mentre la sceneggiatura, curata da Elio Gentile, è tratta da due racconti: Ricordi d’un dissepolto di Michele Calàuti, il cui volume curato dal giornalista reggino Enzo Romeo è stato pubblicato da Rubbettino, e Le baracche di Fortunato Seminara, pubblicato da Pellegrini. Entrambi gli editori, che con il loro pregevole impegno editoriale onorano la Calabria, hanno concesso gratuitamente i diritti in considerazione delle finalità culturali e promozionali dell’immagine del nostro progetto cinematografico. La trama del film è imperniata sul terremoto del 1908 e sulle sue conseguenze umane e materiali che hanno fiaccato i sogni di una generazione di reggini in una fase storica di crescita e di sviluppo dell’intera provincia, determinando un pauroso degrado degli strati sociali più deboli. Michele Calàuti (Siderno 1861-1935) era stato uno degli ultimi poeti romantici. A Roma aveva frequentato i più importanti salotti e collaborato con le principali riviste letterarie, insieme a Giosuè Carducci, Edmondo De Amicis, Luigi Capuana, Salvatore Di Giacomo e tanti altri. Tra i suoi amici, il giovane Gabriele D’Annunzio. Nel 1908 Calàuti aveva 47 anni e, appena trasferitosi da Siderno a Reggio Calabria, alloggiava con la famiglia in un villino sito in via Santa Lucia. Dopo l’alba del terremoto, quel luogo diverrà la tomba della madre e di tre dei suoi figli. A qualche mese dalla catastrofe, il poeta riprende in mano la penna che aveva riposto nel cassetto da molti anni e scrive un breve e straziante resoconto della propria tragedia familiare che intitola Lacrymae, ovvero Ricordi d’un dissepolto. Pagine in cui si riflette la sciagura di un popolo intero e di una terra tanto bella quanto amara. Le baracche è una storia di vinti, di umili e diseredati che vivono, nel primo dopoguerra, nelle baracche. Micuccio Caporale, figlio di un barone, si invaghisce di Cata, una bella ragazza delle baracche che è considerata una donna perduta quando Micuccio riesce a baciarla. Successivamente, durante un pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Polsi, al quale partecipano anche Cata e la madre Angela, succedono tumulti e liti che vengono interpretati come segni della volontà della Madonna, che Cata non debba, perché “indegna”, presentarsi al Santuario. In questa occasione, un calderaio cinquantenne vedovo, di nome Girolamo, affascinato dalla bellezza di Cata, la chiede in sposa alla madre. Cata però, perdutamente innamorata di Micuccio, rifiuta, ma poi, influenzata da amiche e mezzane, cede e sposa il calderaio. Questi però viene ucciso, durante la cerimonia nuziale, dallo storpio Gianni di Saia, deficiente, povero relitto umano che aveva sperato, istigato dal perfido e maldicente “Gobbo”, di poter sposare la giovane Cata. L’epilogo del romanzo è catastrofico. Un’epidemia, la “spagnola”, imperversa decimando la popolazione delle baracche, Cata dopo le alterne vicissitudini si ricongiunge a Micuccio («Era destinato che finisse così», «Non s’è fatto di tutto per evitarlo? Era destino»), le baracche sono distrutte da un incendio che divampa improvvisamente in una notte di Settembre.

Cast Artistico
Premesso che nella scelta del cast artistico ci siamo preoccupati di valorizzare al massimo le risorse regionali, il film è stato interpretato da attori e attrici di primo piano a livello nazionale.
GIANCARLO GIANNINI (nel ruolo dell’avvocato)
FRANCO NERO (nel ruolo del vecchio)
LUCA LIONELLO (protagonista maschile, nei ruoli: Ingegnere – Michele Calàuti – Micuccio)
FEDERICA BIANCO (protagonista femminile, nel ruolo di Cata)
ROSA PIANETA (nel ruolo di Angela)
GIACOMO BATTAGLIA (nel ruolo del “Gobbo”)
GIGI MISEFERI (nel ruolo di Gianni di Saia)
PAOLO FIORINO (nel ruolo del Barone Caporale)
GIOVANNI MARTORANA (nel ruolo del calderaio Mastro Girolamo)
SELENE ROSIELLO (nel ruolo di Clotilde Calàuti)
PAOLA CASELLA (nel ruolo della prostituta “Stilla”)
LUCIA LOFFREDO (nel ruolo di “Catena la Storpia”)
SIMONA CORIGLIANO (nel ruolo di Raffaela)
ROCCO MILITANO (nel ruolo di Nando)
CICCIO CUTRUPI (nel ruolo di “Rosso”)
ANNA MARIA DE LUCA (nel ruolo della Signora Caporale)
CINZIA CARREA (nel ruolo di Betta)
LOREDANA AMARI (nel ruolo dell’amica di Angela)
ENZO DE LIGUORO (nel ruolo del marito di Raffaela)
GIANNI FEDERICO (nel ruolo del padre di Cata)
E tanti altri…

Regia
LASZLO BARBO

Musiche
SANDRO SCIALPI

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