“Confini”. La presentazione generale del progetto

Reggio Calabria. In un contesto irriducibilmente plurale, caratterizzato da fortissime disuguaglianze socio-economiche fra l’area nord-occidentale e le aree sud, sud-est ed est del Mediterraneo, la prospettiva del libero scambio desta non poche preoccupazioni. Mettere in connessione, infatti, sistemi socio-economici così fortemente sperequati e disomogenei potrebbe portare a dinamiche predatorie dei paesi più ricchi e più coesi a scapito di quelli più deboli. Non a caso appunto nella dichiarazione finale della seconda sessione del Forum Parlamentare Euromediterraneo, ai punti 47 e 48 si pone, con grande forza, il problema dell’impatto sociale e culturale della transizione economica. Gli squilibri demografici, economici, sociali, di poteri fra le coste del Mare Nostrum sono così elevati da rendere una strategia soft, centrata esclusivamente sull’integrazione economica, incapace di generare per l’area vantaggi globali e reciproci dai processi di integrazione.
E’ evidente che la crescita culturale e lo sviluppo dell’economia sociale sostenibile, proprio per la loro propensione naturale, statutaria, a sviluppare comportamenti cooperativi e partenariati locali ed internazionali può assumere un ruolo strategico nell’orientare verso paradigmi di Sviluppo Umano le transizione strutturali dei Paesi del Mediterraneo e le loro relazioni.
La Fondazione Horcynus Orca, insieme ai suoi partner, intende proporre la creazione in Calabria di un polo permanente di ricerca e scambi, che nasca dalla consapevolezza che le estetiche, e quindi l’arte contemporanea, più di ogni altro sapere umano, ha la capacità di anticipare bisogni, desideri e visioni dei Popoli. Confini vuole potenziare questo itinerario politico-culturale dal basso, mettendo al centro l’arte. L’arte come processo creativo capace di suscitare relazioni umane, come occasione di trasformazione sociale e territoriale, come possibilità di coniugare bellezza e liberazione.
Confine come elemento discriminante che includendo ed escludendo restituisce significato alle cose; come frontiera e anche geografia delle comunità e dei popoli; come tramite tra i luoghi o come spazio di isolamento, paradigma del Mediterraneo; come osmosi fra naturale e artificiale/culturale; come linea apparente fra l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo; come terra di mezzo fra normalità e follia. Non termine, dunque, ma inizio e soglia, misura e percezione degli spazi vitali, reali ed immaginari.
Il cuore del progetto propone l’istituzione del Festival Internazionale della Video-Arte Mediterranea, quale confine fra le arti visive e la cinematografia.
Attorno al Festival Internazionale saranno prodotti degli eventi sistemici capaci di esplorare i confini fra l’arte e i processi di risanamento urbano, fra l’arte e il design, fra l’arte e l’economia, fra l’arte e la scrittura, fra l’arte visiva contemporanea e le arti performative. Tutte le ricerche e le performance artistiche previste dal progetto sono finalizzate a promuovere processi di infrastrutturazione culturale ed educativa e di start up di forme evolute di economia della cultura. Tutto il progetto è costruito per generare una forte ricaduta educativa: i numerosi ospiti internazionali previsti, gli stage internazionali e i cantieri d’arte per giovani calabresi che si intrecciano con la complessa offerta del progetto danno evidenza di questa priorità.

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