Natale all’insegna della sofferenza. Gli auguri di Mallamaci (Sel) affinché “la tristezza non diventi rassegnazione”

Reggio Calabria. A Reggio, centinaia di persone in piazza, ogni santo giorno, per reclamare non un ampiamento dei diritti, ma solo il diritto di tirare a campare, di sopravvivere in tempo di crisi. Volti tesi. Volti segnati dalla consapevolezza di lottare non per andare avanti, ma per non tornare indietro. Non era mai successo, dicono. Nessuno di loro aveva mai dovuto fare i conti col pericolo di dover mettere in discussione aspettative e certezze. Ma oramai niente è sicuro in questa realtà segnata da ferite profonde, dal dolore lancinante che provoca l’incertezza del futuro, la prossimità di un baratro nel quale una città intera rischia di sprofondare. Nello stesso momento, in questa stessa città, altri vivono nella bambagia costruita sull’altrui dolore, edificata sulle difficoltà di donne uomini bambini vecchi incupiti e incattiviti, trascinati in un vortice dal quale non si vede via di emersione. E’ questo il modello che avevano vaneggiato? E’ questo il domani che avevano agitato davanti agli occhi dei gonzi pronti a credere alla terra promessa dove tutti avrebbero avuto pieno diritto di cittadinanza? Arriva Natale. Sotto l’albero c’è l’opulenza dei pochi e la sofferenza dei tanti. Dei troppi. Auguri ai troppi, acchè la loro tristezza non muti in rassegnazione ma in volontà di riscatto e in coraggio di osare. Ai pochi la felicità passeggera che offre il possesso dei beni terreni. Un giocattolo per i figli, un gioiello per le mogli. Ma all’animo loro, io auguro il cielo cupo di una giornata uggiosa, il mare tempestoso che precede il naufragio. Senza ipocrisia, auguro loro di perire nell’oceano della loro ingordigia. Nell’inferno della loro ambizione senza freni.
Buon Natale, si. Ma non a loro.

Nino Mallamaci
Circolo Sel “De Angeli”

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