Don Corsi sul femminicidio: “Le donne facciano autocritica”. Da Reggio un gruppo di donne chiede le scuse pubbliche

Reggio Calabria. Sembrava un Natale come tutti gli altri, tra feste, pranzi e regali di tradizione. Ed invece, il regalo di Natale più “sensazionale”, ma decisamente poco gradito, ha deciso di farlo don Piero Corsi ( della chiesa di San Terenzo, in provincia di La Spezia) a tutte le donne. Don Piero Corsi (che costa fatica definire parroco, prete, pastore di anime…) ha deciso di rendere pubbliche le più basse inclinazioni umane, affiggendo un volantino sul portone della chiesa. In questo volantino “abominevole”, il suddetto parroco invitava le donne a “fare autocritica” ed a rendersi conto che “se ultimamente ci sono tanti femminicidi e tanti stupri, la colpa è delle donne stesse che vestono in maniera troppo provocante, che vogliono essere indipendenti e che, con la loro arroganza e poca presenza in casa, provocano l’uomo!”.
La società ha reagito compatta contro questo orrore, un mare di polemiche si sono mosse contro don Corsi. Critiche che il prete, inizialmente, ha poco garbatamente respinto al mittente; ad un giornalista che chiedeva spiegazioni ha persino risposto: “Cioè scusi, quando lei vede una donna nuda, cosa prova? Quali sentimenti prova, quali reazioni prova? Non so se è un frocio anche lei o meno, cosa prova quando vede una donna nuda? Non è violenza da parte di una donna mostrarsi in quel modo lì?”.
Oggi il “miracolo”, la “redenzione”: “Forse lascio l’abito, mi sento indegno!”.
No caro don Corsi, non è così facile! Con così poca attenzione e rispetto per le donne ti sei permesso di offendere tutte noi; ci hai insultate nel peggiore dei modi e, cosa ancor più grave, nel ritenerci causa degli orrori che colpiscono molte di noi, non solo hai offeso una società intera ma hai oltremodo macchiato ed infangato la memoria di tutte quelle donne morte per mano dell’uomo, del proprio uomo nella maggior parte dei casi. Caro don Corsi, le hai uccise una seconda volta!
Nel definire le Donne quali responsabili di omicidi, stupri e violenze sessuali hai riportato indietro la nostra società al Malleus Maleficarum, testo redatto nel 1486 dai frati domenicani Jacob Sprenger e Heinrich Institor Kramer, allo scopo di soddisfare l’urgenza di reprimere l’eresia e la stregoneria, espressa da Innocenzo VIII attraverso la bolla Summis desiderantes, del 1484: praticamente il manuale di caccia alle streghe per antonomasia.
Pensa don Corsi, la prima parte di questo libro spiega addirittura perché “le donne, a causa della loro debolezza e a motivo del loro intelletto inferiore, sono per natura predisposte a cedere alle tentazioni di Satana.” Il titolo stesso del libro presenta la parola maleficarum, (con la vocale femminile) e gli autori dichiarano (incorrettamente) che la parola femina (donna) deriva da fe + minus (fede minore).
Caro don Corsi è questo il tuo libro di riferimento, il testo da cui hai preso spunto? Dovrebbe essere Dio il tuo riferimento, dovresti parlare di amore, uguaglianza, rispetto e fratellanza…non di “minigonne”, “provocazioni femminili” e “normali reazioni maschili”; non dovresti dare del “frocio” a nessuno, tanto meno ad un giornalista che ti pone una domanda scomoda.
Che razza di prete sei e come puoi d’ora in avanti, con o senza abito talare, guardarti allo specchio e continuare a definirti un “uomo di Dio”?.
Dai tempi della caccia alle streghe sono passati centinaia di anni; le donne si sono evolute, è cambiata la società, sono cambiati gli usi ed i costumi. Non è più peccato portare i pantaloni, andare con il capo scoperto, portare una gonna più o meno corta, pensare con la propria testa! LA DONNA NON E’ QUELL’ESSERE INFERIORE CHE SI VOLEVA FAR CREDERE MA HA PARI DIGNITA’ E DIRITTI DELL’UOMO!
Cos’è cambiato? E’ che adesso alcuni “uomini” hanno paura…paura di aver perso potere, forza, “virilità”. Questi “uomini” vorrebbero ricacciare la donna, in una sorta di fondamentalismo cristiano, al ruolo di madre dei propri figli, ed “angelo del focolare”, vorrebbe richiuderla fra le quattro mura domestiche per gestirle, controllarle, possederle…
E come fa il maschio a rivendicare il proprio potere? Usa violenza sulla donna che dice di amare e, quando questo non basta, preferisce ucciderla per impedirle per sempre di essere un essere umano!
Caro don Corsi forse lei ignora che il 70% delle violenze sulle donne si consumano dentro le mura domestiche, spesso davanti agli occhi dei figli? Che la maggior parte delle donne, anche dopo le prime botte, tenta di resistere e proteggere la propria casa, spesso a discapito della propria vita? Caro Corsi, ma come può lei arrogarsi il diritto di sentenziare, offendere e denigrare le donne “perchè donne”? Come può anche solo pensare di dare del “frocio” a qualcuno? Santo cielo, lei è UN PRETE, UN UOMO DI DIO!
Caro Corsi, non è “frocio” colui che non sente la pulsione di stuprare una bella donna….è Uomo e non una Bestia!
Adesso lei si sente indegno, sta male…adesso! Viene difficile pensare come non abbia provato dolore mentre scriveva quel volantino. Adesso è troppo facile, adesso è tardi!
Chiediamo quindi, come DONNE e come ESSERI UMANI, le sue pubbliche scuse…con la stessa celerità con la quale ha deciso di dar sfogo ad i suoi istinti più bassi. E non deve farlo come prete, deve farlo come UOMO, se ancora si sente degno di esserlo!

Firme:

Anna Rita Leonardi (promotrice)
Donatella Becattini (promotrice)

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