Società miste. Romito (Uil): “In città una situazione drammatica”

Reggio Calabria. Le recenti e (tristemente) note vicende riguardanti le società miste facenti capo al comune di Reggio Calabria e, conseguentemente, il destino di centinaia di lavoratori, pongono nuovamente, ove fosse necessario, l’accento sulla situazione di assoluta drammaticità che la città, e con essa l’intera comunità reggina, sta vivendo e vivrà nei mesi e negli anni a seguire. Giungono alle nostre orecchie voci sempre più insistenti di una possibile, se non probabile, bocciatura, da parte degli organi competenti, del piano di riequilibrio predisposto dalla Commissione Straordinaria, che farebbe precipitare il Comune in quella situazione di dissesto finanziario che tutti noi stiamo facendo il possibile per evitare. La UIL di Reggio Calabria, come anche le altre organizzazioni sindacali confederali cittadine, hanno sempre riconosciuto ai commissari la volontà e l’impegno profuso al fine di porre in essere tutte le iniziative necessarie a porre rimedio, per quanto fosse possibile, ai disagi patiti da lavoratori e cittadini comuni in questi ultimi mesi; la loro unica colpa, probabilmente, è stata quella di non aver coinvolto il sindacato, al di là dell’emergenza, nella successiva fase in cui andavano decise le strategie da attuare per affrontare le problematiche riguardanti soprattutto il destino lavorativo delle maestranze facenti capo alla municipalità, ove ritenevamo e riteniamo di poter dare il nostro utile contributo per riuscire a mantenere gli attuali livelli occupazionali costi quel che costi. L’ultima protesta, in ordine di tempo, riguardante i lavoratori posti alla gestione del tapis roulant ormai desolatamente chiuso da settimane e che sta divenendo una sorta di discarica a cielo aperto, i quali oltre a non percepire salari da ormai otto mesi non hanno trovato alcun riscontro positivo riguardante il loro futuro occupazionale, appare oltremodo significativa per diversi aspetti: al di là di chi considera il blocco dell’impianto come una sorta di certificazione del fallimento del cosiddetto “modello Reggio”, di cui il manufatto rappresenta certamente un simbolo, e dell’indubbio disagio a cui sta andando incontro quella fetta di popolazione, costituita perlopiù da anziani e disabili, per i quali l’opera poteva costituire un valido aiuto, colpisce soprattutto la circostanza, appresa a mezzo stampa, che alcuni ex amministratori cittadini abbiano manifestato ai lavoratori la loro solidarietà ed il loro sostegno: come dire che il carnefice offre una mano alla sua vittima dopo averla giustiziata. Nel momento in cui le emergenze salariali e sanitarie rischiavano di fare esplodere una bomba sociale di dimensioni inimmaginabili, noi per primi abbiamo scelto di evitare qualsiasi tipo di analisi dietrologica per concentrarci tutti insieme al fini di una rapida ed efficace soluzione delle criticità esistenti. Ma adesso, con un possibile default che attende minaccioso alla porta, con centinaia di lavoratori che rischiano seriamente di ritrovarsi in mezzo ad una strada dall’oggi al domani, e con una città che sprofonda sempre più velocemente in un oblio già conosciuto alcuni decenni fa, e da cui difficilmente potrà venire fuori altrettanto rapidamente, è ora che chi di dovere accerti in maniera chiara colpe e responsabilità e le denunci pubblicamente: consideriamo ciò un atto non più procrastinabile e soprattutto dovuto verso Reggio ed i reggini che, loro malgrado e comunque vadano le cose, pagheranno pesanti ed amare conseguenze in tutti gli aspetti sociali, patrimoniali ed occupazionali, ed è giusto che sappiano i nomi ed i cognomi dei colpevoli, affinchè “lacrime e sangue” non siano appannaggio solo di chi non c’entra nulla. Noi, dal canto nostro, ci permettiamo di suggerire a coloro che offrono sostegno e suggeriscono rimedi per risolvere problemi che loro stessi hanno cagionato, che invece, in certi casi, un dignitoso silenzio apparirebbe, agli occhi dei più, assai più opportuno e decoroso.

Valerio Romito
Segretario Provinciale UIL RC

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