Riapertura tapis roulant. Gli operatori della ex Giudecca lamentano il mancato incarico per la gestione e la manutenzione

Reggio Calabria. Oggi abbiamo appreso dalla stampa locale che si sta lavorando con impegno ed entusiasmo per la riapertura del tapis roulant, ormai chiuso da diverse settimane. Inizialmente, quello che non era considerato un servizio essenziale, in quanto poco utile per la quotidianità reggina, è stato travolto, primo fra tutti, dalle decisioni commissariali prese in nome del risparmio per le casse violate dell’ente; ultimamente, è diventato un simbolo di speranza contro la decadenza della città. A questo punto viene da pensare che ci sia stato un ripensamento da parte del Segretario Dott. Piero Emilio (oggi direttore generale?) che, solo un mese fa circa, «ci aveva assicurato che avrebbe provveduto ad affidare il servizio completo di gestione e manutenzione del tapis roulant alla Sati che, su richiesta dell’Ente, aveva proposto un preventivo di spesa a costi ridotti e rilevanti risparmi, garantendo con ciò il nostro operato». Invece, si legge che noi quattro addetti verremo rimpiazzati da otto dipendenti comunali per i quali sarà organizzato un corso di addestramento al fine di essere pienamente operativi per la video sorveglianza e il pronto intervento. Da quale ufficio verranno trasferiti questi funzionari? E intanto, lavorano per la pulizia dell’impianto ben sedici uomini, suddivisi equamente tra Leonia e Multiservizi, che provvederanno a piantare lungo il percorso settecento gerani fioriti. Questi sono, quindi, i numeri del risparmio per l’ente e per i cittadini? Queste sarebbero le spese azzerate? Ad onor del vero, ci sarebbe da dire che un servizio reso alla città da soli quattro ragazzi ormai formati e specializzati nell’attività di gestione, manutenzione e pulizia del tapis roulant, che non si sono risparmiati nemmeno nei giorni di festa o durante l’orario notturno, adesso è internalizzato ma suddiviso in tre parti: otto dipendenti comunali per la gestione, la Leonia per la pulizia, la società Giudecca per la manutenzione meccanica. Nel frattempo, si precisa che solo nel 2013 sono stati spesi 18.000 mila euro per la manutenzione straordinaria da parte della ditta Kone. «Com’è possibile che sia il Comune a pagare la Kone quando il contratto sulla manutenzione della struttura intercorre tra questa e la società Giudecca? E poi, si provvede a pagare una ditta esterna invece di preoccuparsi della problematiche dei dipendenti che fino a qualche settimana fa hanno continuato, senza assicurazione alcuna, a prestare servizio per la gestione del tapis roulant, nonostante quanto affermato dal Dott. Piero Emilio che, tempo fa, si era assunto la responsabilità di sopperire al debito che la Giudecca ha maturato nei nostri confronti». Forse il costo iniziale del servizio (240.000 euro) è stato abbattuto, essendo anche previsto uno sfruttamento economico tramite pannelli pubblicitari per cui dovrà essere presumibilmente istituito un ufficio ad hoc, ma alla fine dei conti e con carte alle mani ci sarà da sostenere economicamente la formazione del personale, gli straordinari dei dipendenti durante i giorni feriali e festivi, il costo della manutenzione ordinaria che rimane alla Giudecca, senza parlare di quella straordinaria che dovrà essere assicurata della stessa Kone. Poi, chissà se i gerani faranno la stessa fine delle stelle di Natale che puntualmente ogni anno venivano indiscriminatamente razziate. Per il momento, non ci rimane altro che mettere sulla bilancia la dignità del tapis roulant, sottoposto ad un intervento di restyling a tutto tondo grazie all’eccezionale volontà della nostra amministrazione, con la dignità dei reggini che sono ancora costretti a vivere una città deturpata e devastata dalla spazzatura che da mesi non viene raccolta per un motivo o per l’altro. Oppure, valutare l’impensabile affidamento ex novo, perché non si tratta di certo di una proroga, del servizio di pulizia a due società interdette per mafia, per le quali ci si preoccupa di mantenere i livelli occupazionali. Un dubbio: perché garantire un posto di lavoro solo ad alcuni? Perché loro si e noi no?

Operatori della ex Giudecca

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