Il Cis ha promosso l’incontro “Catullo e Alceo”

Reggio Calabria. Nell’ambito del percorso “Quattro passi nel mondo antico” promosso dal CIS della Calabria e ideato dalla prof. Maria Quattrone, già Dirigente del Liceo Classico “T. Campanella” di Reggio Calabria, due interessanti incontri sono stati dedicati alla poesia lirica nel mondo antico, e in particolare l’uno a Catullo, l’altro ad Alceo. Il primo, sul tema “Catullo: tradizione e ribellione”, patrocinato dall’Assessorato alla Cultura e alla Legalità dell’Amministrazione provinciale di Reggio Calabria, si è svolto nei prestigiosi locali della Biblioteca del Palazzo della Provincia, l’altro sul tema “Alceo” negli accoglienti locali della libreria “Culture” di via Zaleuco. In entrambi gli incontri il presidente del CIS della Calabria, dott.ssa Loreley Rosita Borruto ha precisato la missione dell’associazione, quella di far conoscere al vasto pubblico aspetti e problematiche della cultura classica e contemporanea. Nel primo incontro la relatrice prof.ssa Claudia Neri, docente di Italiano e Latino presso il Liceo Scientifico “L. Da Vinci”, ha tracciato un vivace profilo biografico di Catullo, poeta giovane ed elegante, un po’ bohémien, grande conoscitore della tradizione latina ma anche della cultura greca classica ed alessandrina. Appartenne al circolo dei neòteroi, e dedicò a Cornelio Nepote la sua opera principale, le Nugae, poesiole di poco conto, quasi un lusus, uno scherzo letterario. Il liber comprende 112 carmi, in tre sezioni, in metri diversi; ma non si tratta di poesiole, come vorrebbe far credere il poeta, bensì di una straordinaria varietà di componimenti, che spesso traggono spunto da eventi quotidiani e testimoniano tutti l’irrompere tempestoso delle passioni di Catullo, in primis la passione, spesso la gelosia per l’amata Lesbia, altre volte l’indignazione e l’ira contro i parvenus rozzi e poco urbani, i politici corrotti, gli avversari politici o gli intellettuali lontani dal circolo e dalla raffinatezza neoterici. Relatore del secondo incontro è stato il prof. Ugo Martino, docente di Latino e Greco presso il Liceo Classico “T. Campanella”. In primis il prof. Martino ha messo in evidenza la profonda differenza esistente tra la poesia lirica moderna e quella classica in cui molto spesso si esprimeva una partecipazione collettiva, scandita dalla musica, dalla poesia e dalla danza. Inoltre, attraverso la poesia e nel contesto del simposio si trasmetteva un codice di valori, che erano quelli della polis, della giustizia, della saggezza, del valore, dell’eroismo etc. Alceo appare il perfetto interprete di questo codice. Insorge contro i tiranni, i rozzi, gli incolti, che contravvengono alle regole dell’eteria aristocratica e nei circa 400 frammenti, rimasti della sua opera, egli dà prova di grande raffinatezza ed eleganza espressiva oltre che metrica. Enorme fu la fortuna di Alceo sia presso i Latini (basti pensare ad Orazio che fu uno dei principali emuli di Alceo) fino ai poeti moderni e contemporanei, nei quali riecheggiano i suoi topoi nonché la matura riflessione sulla vita e il suo irreversibile scorrere.

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