Tuccio: La valorizzazione del Museo connessa a sistema museale insito in rete culturale

Reggio Calabria. Assistiamo quotidianamente a vacue quanto ripropositive “questioni” attinenti la riapertura del Museo e del rifacimento di Piazza De Nava, in ordine al quale le conclusioni dell’incontro lodevolmente sollecitato dalla terna commissariale con le Associazioni culturali della Città, in merito al progetto di ampliamento dell’area mussale, non pare che abbiano prodotto risultati positivi ma soprattutto univoci nelle loro definitive conclusioni.
È ben noto che all’impegno degli Amici del Museo e dell’Assessorato alla Cultura e Legalità della Provincia la città deve il rilancio della “questione” del completamento delle opere del Museo Archeologico cittadino.
Di certo si è appreso che il progetto ministeriale di ampliamento (compresa la “lanterna”) era stato già, alcuni anni addietro, proposto ad una Mostra internazionale in Spagna.
Ma la città di Reggio in quel momento che ruolo ha avuto?
Riemergono ad ogni piè sospinto testimonianze di deficitarie presenze e trascuratezze di ogni genere.
Oggi sappiamo di certo che il progetto, compresa la “lanterna”, va completato costi quel che costi perché così ha deciso il Ministero per i Beni Culturali, ed in particolare la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici.
Eppure la più avvertita cultura urbanistica tiene sempre a mente le raccomandazioni della Carta del Restauro (già approvata alla Conferenza di Venezia e poi di Cracovia) in ordine alle ferree prescrizioni di tutela del patrimonio culturale, estendendolo al contesto territoriale soprattutto nei centri storici.
Oggi, è inutile negarlo, stiamo assistendo ad una violenta trasformazione di una importante parte monumentale della Città, stravolgendo una testimonianza di tradizioni popolari fra le più rappresentative del senso di appartenenza con cui il popolo reggino maggiormente si identifica, ovvero le processioni in cui viene esposto il quadro della Madonna della Consolazione.
Si vorrebbe snaturalizzare la piazza già intitolata all’ing. Pietro De Nava al quale si deve il Piano Regolatore post terremoto, attraverso caratteristiche geometriche che hanno caratterizzato l’intera città ricostruita e soprattutto il suo centro storico.
Emergono ancora inquietanti interrogativi.
Cosa accadrà quando gli scavi previsti (oltre sei metri) dovessero rivelare, quasi certamente, la necropoli di età ellenistica? Saranno fermati i lavori, tenendo un cantiere aperto per altri venti anni come avvenne per Piazza Italia?
Certo è che ad ogni reggino che conosce la storia della propria Città verrebbe subito in mente la grande opportunità di risolvere con una più complessiva iniziativa il problema del recupero dell’area dell’ex Roof Garden, coniugandolo con la piacentiniana idea di estendere il Museo dalla parte opposta, verso il mare.
Mette poi tristezza considerare la non tenuta in considerazione del ruolo della sezione urbanistica del Comune di Reggio, pur deputata a rilasciare formale parere sulla questione.
A carattere più generale rimane poi da considerare come dal confronto tra la terna commissariale e la cittadinanza attiva sia emersa la esiguità della misura di partecipazione di quest’ultima, in barba ai conclamati principi della “partecipazione”, soprattutto quando un Ministero “propone ed approva” iniziative che incidono sul territorio nel palese dissenso pressoché corale dell’intera cittadinanza.
È prossima la fase della pianificazione territoriale riconnessa alla Città Metropolitana, ci si domanda in che senso si muoverà il Ministero e la Soprintendenza calabrese a fronte di un determinante aspetto della pianificazione e cioè la valorizzazione di un sistema museale che inglobi e valorizzi le straordinarie testimonianze museali dell’intera provincia di Reggio Calabria. Viste le premesse la Città tutta intera, anzi la Provincia, dovrà tenere un atteggiamento di vigilanza per una preventiva conoscenza delle intenzioni in proposito sia del Ministero che della Sovrintendenza regionale.
Le premesse, invero, lasciano in piedi serie e fondate perplessità

Luigi Tuccio
già Assessore all’Urbanistica della Città di Reggio Calabria

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