Caridi rinuncia alla Commissione antimafia. Luigi Tuccio: “Stranezze di un sistema”

Reggio Calabria. La vicenda relativa alla mancata accettazione del ruolo di membro della Commissione antimafia, da parte del Senatore Antonio Caridi, non va valutata nella sua individualità, ma in quanto appartenente ad un sistema politico – normativo – istituzionale perverso e non rispettoso della dignità umana. Ivi compreso quella dello stesso Senatore, oggi determinato – condivisibilmente – a non accettare l’incarico per il quale era stato chiamato.
Ed allora può anche accadere, in un Paese che fa proclamazioni di giustizia, in chiave di equità e di rispetto della dignità umana, che esista una normativa – pur per un procedimento civile – che curi di discernere le prospettive di candidabilità dei cittadini anche attraverso interpretazioni giurisprudenziali paradossali, contraddittorie ed ai limiti dell’assurdo, scevre da qualsivoglia accertamento probatorio.
Ma è altrettanto possibile che lo stesso ordinamento giuridico non curi di prevedere le condizioni ed i requisiti politico – etici per l’affidamento dei più qualificati compiti in ambito parlamentare.
In conclusione accade che personaggi destinatari di “attenzioni” da parte dei servizi di sicurezza (e non per un incidente stradale), possano, senza colpo ferire, essere proposti dai vertici dei rispettivi partiti ad assumere ad esempio ruolo di controllo e di prevenzione in materia di criminalità organizzata.
Il mio rammarico non è certo espresso con riferimento, dunque, alla persone interessate quanto all’assurdità di un sistema politico sempre più dominato da logiche di potere espresso dalla appartenenza a potentati politici locali.

Luigi Tuccio

Exit mobile version