Non potabilità dell’acqua ad Arasì e Ortì. Codacons e Confabitare promuovono una raccolta firme

Reggio Calabria. Raccolgono la protesta dei cittadini delle frazioni di Arasì ed Ortì. Attraverso le due associazioni è stata predisposta una raccolta di firme per lamentare che, nonostante le numerose proteste inoltrate in questi anni alle autorità competenti, nulla è stato fatto per risolvere il problema della non potabilità delle acque e dello scarso approvvigionamento che non garantisce un’efficiente erogazione del servizio idrico. Nonostante la ricchezza di sorgenti e di falde acquifere presenti nel territorio, i cittadini di Arasì sono costretti spesso e volentieri a subire interruzioni del servizio per nulla giustificati, considerato che l’acqua è presente in abbondanza. In ogni caso non possono utilizzare il prezioso liquido per uso alimentare. Un’acqua non potabile può rappresentare un serio rischio sanitario poiché l’acqua, se non adeguatamente controllata, può essere il veicolo di numerosi agenti patogeni. L’ordinanza Commissariale n. 18 del 14.12.2012 con la quale è stato disposto il divieto temporaneo di utilizzo per scopi potabili e per consumo alimentare delle acque distribuite nell’abitato delle località di Ortì e Arasì rappresenta la fondatezza delle problematiche denunziate da anni dagli abitanti. Primo tra tutti la totale assenza di adeguate opere di protezione delle sorgenti e delle falde acquifere che approvvigionano il paese. l’art. 4 D.P.R. n.236/88, come modificato dall’art. 21 del D.lgs 11 maggio 1999, n° 152, prevede che per mantenere e migliorare le caratteristiche qualitative delle acque destinate al consumo umano erogate a terzi mediante impianto di acquedotto, sono necessarie delle opere che garantiscano la salvaguardia e la tutela dello stato delle risorse, attraverso la realizzazione di zone di protezione distinte in: Zona di tutela assoluta, delimitata tramite recinzione che deve essere realizzata per un raggio di almeno 10 metri intorno all’opera di captazione e in Zona di rispetto che deve avere un’estensione di almeno 200 metri di raggio rispetto al punto di captazione o di derivazione. Queste semplici opere, se realizzate ridurrebbero al minimo il rischio di contaminazione a causa di rifiuti, carcasse o altre sostanze nocive che potrebbero essere gettate in prossimità delle falde. In tal modo si potrebbe risolvere quantomeno il problema della non potabilità del prezioso liquido. Attraverso le due associazioni, rappresentate dall’Avv. Mario La Bella, si intende protestare energicamente e sollecitare la realizzazione di quegli interventi idonei a risolvere il problema, non ultimo quello della corretta erogazione del servizio. Al rincaro delle tariffe ed al sacrificio economico richiesto agli abitanti delle due frazioni ma di tutti i cittadini in genere, deve corrispondere un servizio più efficiente che si auspica avvenga in tempi brevi. Intanto, in considerazione della conclamata non potabilità dichiarata con l’ordinanza commissariale n. 18 del 14.12.2012 sarà inoltrata formale richiesta affinché ai cittadini delle frazioni di Arasì ed Ortì venga applicata una riduzione del 50% sulla tariffa. Non è tempo di aprire ulteriori contenziosi che aggraverebbero ulteriormente la già difficile situazione economica della città. E’ bene però che la gestione commissariale dia una pronta ed adeguata risposta alla proposta collaborativa dei cittadini predisponendo gli interventi necessari alla risoluzione dei problemi.

Mario La Bella
Presidente Provinciale Codacons e Presidente Regionale di Confabitare

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