Anassilaos promuove l’incontro dedicato a Nureyev

Reggio Calabria. La figura del grande ballerino russo Rudolf Nureyev, ritenuto da numerosi critici uno tra i più grandi danzatori del XX secolo insieme a Nizinskij e Barusnikov (17 marzo 1938- 6 gennaio del 1993) nel 20° anniversario della scomparsa, sarà oggetto di un incontro promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos che si terrà martedì 22 ottobre alle ore 17,30 presso la sala di San Giorgio al Corso. A parlare dell’artista che è stato per anni al centro della ribalta culturale sarà Fatima Ranieri, ballerina e studiosa di danza oltrechè responsabile govanile di Anassilaos per la danza. Nato in Unione Sovietica Nureyev apprese la tradizione delle danze popolari russe nell’ambito dell’organizzazione giovanile sovietica (Komsomol). La sua carriera artistica comincia all’età di quindici anni (1953) a Ufa, città degli Urali, ma già a diciasette anni, entra da allievo nella prestigiosa scuola di danza del teatro Kirov, a San Pietroburgo (allora ancora Leningrado), diretta da A. Puskin. Distintosi al Concrso Nazionale di Danza del 1958 entra a far parte della compagnia del balletto di Kirov, dove ben presto ottiene ruoli di primo ballerino. La svolta artistica e umana di Nureyev avviene nel 1961 allorquando durante una tournée a Parigi chiede asilo politico in Francia. Un gesto clamoroso e non raro in tempi in cui l’Unione Sovietica, pur dopo la svolta di Kruscev, che aveva denunciato i crimini dello stalinismo, era pur sempre una dittatura. Una scelta anche drammatica che significava per sempre l’esilio e l’allontanamento dai propri amici e dai propri cari, dalla propria patria nella quale l’artista ritornò, a seguito delle aperture di Gorbaciov, molti anni dopo, un ritorno ancora del tutto inimmaginabile nel 1961, a rivedere la propria madre e il teatro di Kirov da dove aveva avuto inizio la sua carriera. Comicia dunque fin da subito l’attività di Nureyev in quell’Occidente sognato a lungo: Germania, Danimarca, Italia, fino al galà della Royal Academy of London (1961) dove danzò con la celebre ballerina Margot Fonteyn con la quale strinse un sodalizio artistico ed umano che ne fece la coppia di ballerini più amata e richiesta al mondo. Lo strepitoso successo londinese procurò a Nureyev il ruolo di guest artist (primo ballerino) al Royal Ballet e la sospirata cittadinanza inglese. Furono anni di successi strepitosi nei più importanti teatri del mondo dove portò un repertorio sempre mutevole che accanto ai classici prevedeva anche balletti moderni e contemporanei. L’artista russo infatti accanto alle notevoli doti tecniche apprese alla severa scuola russa, portava nella danza un fuoco interiore che nasceva dal di dentro, dal suo temperamento focoso e insieme malinconico, e soprattutto una dedizione assoluta alla danza, una e sola ragione di vita che prevaleva anche su un privato vissuto con pudore ed estrema riservatezza. Gli ultimi anni furono quelli della malattia – AIDS si diceva, ma l’artista smentì sempre – e ancora dell’imoegno artistico. L’ultima sua uscita pubblica avvenne nel 1992, a Parigi, in occasione della produzione della Bayadère al Palais Garnier. Il pubblico salutò con una standing ovatione l’artista che prendeva commiato dalla danza e dalla vita terrena che avebbe lasciato il 6 gannaio dell’anno successivo.

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