Cardiochirurgia. Bellinvia risponde alle dichiarazioni del direttore del reparto del Papardo di Messina

Reggio Calabria. Nel ringraziare il dott. Armando Caruso, Commissario Straordinario dell’Azienda Ospedaliera Papardo di Messina, per l’invito a visitare il reparto dell’Ospedale da lui diretto, rafforzando i buoni rapporti intercorrenti tra le due Aziende, preciso che non ho mai scritto che la struttura di Cardiochirurgia dell’Ospedale Papardo non è in grado di assicurare le prestazioni assistenziali ai pazienti ricoverati e/o che arrivano in urgenza.
Il problema della Cardiochirurgia di Reggio non è conoscere o valutare l’attività della Cardiochirurgia di Messina, ma è quello di attivare un reparto con operatori di alta qualità che prestano la loro attività h 24. Il reparto di Cardiochirurgia di Reggio Calabria è costituito da 2 sale operatorie, dieci posti letto di degenza e dieci posti letto di terapia intensiva postoperatoria.
Vorrei ricordare che la normativa in vigore prevede tra i requisiti organizzativi per le strutture di cardiochirurgia, con una attività fino a 450 interventi l’anno in circolazione extra corporea, una dotazione minima pari a 50 unità di personale (cardiochirurghi, anestesisti, personale infermieristico, tecnici perfusionisti).
Non credo che l’équipe cardiochirurgica che il dott. Patané dovrebbe mettere a disposizione proveniente da Messina comprenda tutto il personale richiesto per fare funzionare a regime il reparto cardiochirurgico (medici, anestesisti, infermieri) che possono trasferirsi stabilmente a Reggio Calabria. A proposito, di questa équipe il dott Patané farebbe parte h24 o ne farebbe parte solo saltuariamente e per qualche caso “particolare”? Inoltre, la stessa équipe cardiochirurgica dovrebbe gestire contemporaneamente l’attività operatoria di elezione e in urgenza, la terapia intensiva postoperatoria h 24 e l’attività ambulatoriale!
La pianta organica della cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera Papardo, come appare sul sito aziendale, comprende il responsabile e otto dirigenti medici, quindi il dott. Patané pensa di poter dirigere due strutture di cardiochirurgia di cui una con due sale operatorie, dieci posti di degenza, dieci posti di terapia intensiva postoperatoria, in due città diverse con otto cardiochirurghi! e gli anestesisti, i perfusionisti, gli infermieri?
Non voglio che la Cardiochirurgia di Reggio diventi la succursale né di gruppi privati né di strutture pubbliche di altre regioni che potrebbero avere solo interesse a garantire la loro attività con un aumento della mobilità passiva e quindi con un grave danno economico per la Regione Calabria.
Ho il solo obiettivo di realizzare un reparto cardiochirurgico che diventi un centro di eccellenza con professionisti di grande valore tecnico, offrendo alla città una struttura efficiente senza sperpero di denaro pubblico. Del resto, il coinvolgimento dei privati nelle gestione della Cardiochirurgia di Reggio era stato già previsto nell’atto aziendale dell’Azienda Ospedaliera, approvato dalla Giunta Regionale nel 2006 e nel 2007 (quando ancora non esisteva il Piano di Rientro) ed il progetto gestionale del coinvolgimcnto di soggetti privati era stato approvato con un successivo atto deliberativo nel 2007 da Direttore Generale dell’epoca.
Il vero danno economico è quello di istituire strutture sanitarie a costi elevati che non funzionano o funzionano male e che non danno risposte ai cittadini che continuano ad essere costretti a recarsi in altre regioni per farsi curare. Inoltre, una eventuale convenzione con l’Azienda Ospedaliera Papardo non ridurrebbe la mobilità passiva verso le altre regioni poiché l’indice di attrazione della cardiochirurgia di Messina, nonostante la vicinanza, per i pazienti calabresi è basso. Credo che il dott. Patanè più che occuparsi “disinteressatamente” della scelte dell’Azienda Ospedaliera di Reggio Calabria sulla cardiochirurgia si dovrebbe occupare della attività del reparto che dirige e valutare con molta attenzione i risultati del Programma Nazionale Valutazione Esiti (PNE), recentemente pubblicato, condotto da Agenas per conto del Ministero della Salute.
Mi auguro che si possa creare in un prossimo futuro un vero dipartimento cardiochirurgico interaziendale dell’area della Stretto, costituito da due unità operative di cardiochirurgia dove i professionisti possano confrontarsi, collaborare e garantire così prestazioni più efficienti cd efficaci.

Carmelo Bellinvia
Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli”

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