Lsu-Lpu. Orizzonti Mediterranei: “No alla guerra tra poveri”

Reggio Calabria. Il laboratorio politico Orizzonti Mediterranei si unisce al coro di proteste che si sta sollevando in merito al dirottamento di ben 5 milioni di euro da parte della Regione Calabria per il pagamento delle spettanze arretrate dei lavoratori LSU ed LPU. Una vertenza, quest’ultima, che la Calabria si porta dietro da 17 anni e che, dal canto suo, costringe alla precarietà e ad una forma di lavoro “nero” legalizzato centinaia di lavoratori calabresi che ormai da anni ricoprono ruoli fondamentali all’interno delle varie amministrazioni locali, soprattutto Comuni, di fatto organici e funzionali al funzionamento dell’apparato amministrativo. Quello che appare come assurdo e inconcepibile che, a pagare i ritardi, l’indifferenza e, aggiungiamo noi, la furbizia di certa politica siano, ancora una volta, gli ultimi. In una regione come la Calabria che, unica in Italia, ancora, dopo 13 anni, non riesce ad applicare la L. 328/2000, che porterebbe all’attivazione dei cosiddetti Piani di Zona, in una fase in cui lo stesso Fondo Nazionale subisce, da anni, continue decurtazioni con sempre più ridotti trasferimenti alle regioni e in un territorio come il nostro dove la crisi economica non ha fatto altro che aumentare esponenzialmente già esistenti sacche di povertà ed emarginazione, l’atteggiamento tenuto dalla Regione Calabria è quello dell’incitamento alla guerra tra poveri. Con questo ultimo “dirottamento” arbitrario da parte della Regione Calabria, i fondi per le politiche sociali in Calabria vengono, di fatto dimezzati. E’ urgente che anche per gli LSU ed LPU si trovi una soluzione, questa a nostro avviso deve essere la stabilizzazione, pretendendo un immediato tavolo con il Governo centrale (che pare sia stato fissato su pressione dei Sindaci per il 21 novembre) al quale, però, la Regione pretenda in maniera risoluta la stabilizzazione. Del resto, sappiamo bene che, negli anni, anche i lavoratori LSU ed LPU sono stati “utili” ad una certa politica che ha utilizzato il ricatto della precarietà per accrescere il proprio consenso elettorale. Ma è improponibile che soluzioni tampone vengano fatte pagare ai poveri, agli ultimi, agli emarginati. Piuttosto si impongano tagli radicali agli sprechi enormi a partire dagli stipendi dei consiglieri regionali e dei membri di governo. Chiediamo alla Regione Calabria di rivedere con urgenza tale decisione provvedendo al reintegro del Fondo per le Politiche Sociali e chiediamo al Governo centrale di intervenire ugualmente in tale direzione richiamando la Regione alle proprie responsabilità. Ai Comuni (i quali pagherebbero per primi il taglio alle politiche sociali) e alle altre amministrazioni, così come ai sindacati e agli stessi LSU ed LPU, chiediamo di unirsi al coro di sdegno: no alla guerra tra poveri; i diritti degli ultimi non possono essere ultimi.

Laboratorio politico Orizzonti Mediterranei

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