“Noi sciopereremo perché…”. Il documento politico redatto dal Coordinamento per il 25 novembre

Reggio Calabria. A Reggio Calabria le associazioni femminili e non solo, le donne e gli uomini, amici, si sono organizzati nel “Coordinamento 25 novembre-Reggio Calabria” per intraprendere un percorso che non abbia termine il 26. Invitiamo quindi tutti lunedì 25 novembre dalle 15.30 in poi sulle scalinate del teatro “Cilea” e in piazza Italia per riprenderci gli spazi di confronto, di partecipazione più volte richiesti e mai avuti. Sciopereremo per fermare la cultura della violenza in ogni sua declinazione.
Per noi in Calabria, a Reggio Calabria non vuol dire solo “femminicidio”. Come donne calabresi il primo stupro che riceviamo è quello della ‘ndrangheta che ci uccide se ci ribelliamo, che ci vuole sottomesse, che avvelena per profitto, nel silenzio di amministratori conniventi, la nostra terra e ci ammazza con il loro consenso, che ha scippato il futuro ai nostri figli col clientelismo e la commistione con i luoghi del potere in tutti i campi, che incendia i luoghi di cultura e democrazia, che ci impedisce di essere libere. Varie saranno le attività e gli incontri organizzati in città e in provincia che precederanno il 25: con scuole, associazioni sportive, radio… Vorremmo che ciascuno, in base alla propria specificità, portasse il proprio contributo sia personale che collettivo alla piazza. A Reggio il 25 novembre vorremmo che Piazza Italia si trasformasse in un luogo aperto, un luogo delle donne…di tutti. Saremo lì per chiedere – anzi pretedendere – che la nostra città e questo Paese diventino finalmente un posto per donne e chiederemo alle cittadine e ai cittadini di sottoscrivere queste nostre richieste che verranno inviate agli organi competenti.

Noi sciopereremo perché:
– Vogliamo che si arresti il “femminicidio” per cui in Italia, ogni due giorni, una donna muore per mano di un uomo che, nella maggior parte dei casi, diceva di amarla.
– Vogliamo una legge vera contro questa “strage di stato” e non il DL denominato contro il femminicidio che contiene norme repressive e paternalistiche e che non affronta il problema dal punto di vista culturale e sociale, vera radice del fenomeno.
– Vogliamo dire basta al tentativo di svilire la legge 194, garanzia di tutela della salute e dell’autodeterminazione della donna.
– Vogliamo che si attuino, a tutti i livelli, politiche per l’occupazione femminile, perché, senza mezzi economici, è difficile sottrarsi alla violenza.
– Vogliamo siano potenziati e garantiti i servizi sociali perché tagliandoli si taglia la libertà delle donne che ne hanno ancora e quasi totalmente il carico.
– Vogliamo che si mettano in atto le politiche di conciliazione atte al riequilibrio dei ruoli.
– Vogliamo che la cultura della ‘ndrangheta che zittisce ammazzando le donne ribelli possa essere sconfitta attraverso azioni che portino al cambiamento culturale e sociale.
– Vogliamo che i responsabili dell’avvelenamento della nostra terra che ci sta uccidendo rispondano dei loro crimini e che il territorio venga messo in sicurezza (no alal centrale a carbone, no al rigassificatore, no all’inceneritore).
– Vogliamo che anche localmente siano presi provvedimenti urgenti in merito a ciò che ci riguarda come donne e come cittadine.

Queste sono le richieste immediate che rivolgiamo ai nostri amministratori:
– Che un bene di proprietà del Comune, Provincia o Regione, venga adibito a “Casa delle Donne”, un luogo di incontro, riferimento e informazione per tutte le donne e che da esse venga gestito.
– Che le amministrazioni comunali, provinciali e regionali attivino le Consulte delle Donne riportando i temi al femminile al centro delle politiche pubbliche di questa comunità locale.
– Che l’Ente locale si costituisca parte civile in ogni processo di femminicidio, perché ogni donna uccisa è un’offesa all’intera società civile.
– Che venga calendarizzata, nella prima seduta utile della commissione, la legge regionale per la parità di accesso alle cariche elettive.
– Che vengano reperiti, (non dai tagli al capitolo dei servizi sociali, ma in altri capitoli di spese fonte di sprechi), i fondi per le giuste spettanze di chi ne ha diritto(oggi LSU e LPU… domani chi?).

Noi sciopereremo il 25 novembre, ma il nostro “ scioperare” sarà permanente nel controllo e nell’azione. Le richieste delle donne non possono essere disattese: il tempo è finito.

COORDINAMENTO 25 NOVEMBRE – REGGIO CALABRIA
Comitato “Se non ora, quando?” Reggio Calabria
Arcigay “I due Mari” Reggio Calabria
Associazione “Jineca-percorsi femminili”
“Il BaK”
Associazione “Snap”
Centro antiviolenza “Margherita”
Energia Pulita
Comitato provinciale FIPAV Reggio Calabria
Felicita Malara
Fabrizia Biagi
AntonellaMacheda
Rosalba Marotta
Silvana Salvaggio
Vasiliki Vourda
Mafalda Pollidori
Roberta Schenal

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