I prossimi appuntamenti di Horcynus e Confini

Reggio Calabria. Aspettando martedì e la lectio magistralis su educazione e cultura del Premio Nobel per la Pace Betty Williams, continua la cavalcata tra i linguaggi artistici al Teatro Politeama Siracusa. Oggi, per la terza giornata della versione invernale dell’Horcynus Festival 2013, sono in programma due appuntamenti con il cinema italiano d’autore nell’ambito del Premio cinematografico Maurizio Grande, organizzato in collaborazione con il Circolo del cinema “Charlie Chaplin”. Nel pomeriggio, alle 18.00, ci sarà la proiezione di “SacroGra”, l’ultimo film di Gianfranco Rosi, Leone d’oro al miglior film alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia 2013. Il GRA, il Grande Raccordo Anulare di Roma, con i suoi 70 km è la più estesa autostrada urbana d’Italia. Ma pochi considerano il Raccordo come spazio urbano da esplorare. Lo ha fatto il paesaggista Nicolò Bassetti che ha abbandonato la macchina sul bordo della strada per partire a piedi alla scoperta di questo luogo misterioso. In serata, alle 21.00, il grande schermo sarà tutto per “Via Castellana Bandiera” di Emma Dante, l’esordio cinematografico della celebre regista, valso la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile a Elena Cotta. Un film che trascina in un gorgo di smarrimento infinito i suoi personaggi e ci lascia testimoni muti e agghiacciati. È una domenica pomeriggio, lo scirocco soffia senza pietà su Palermo quando due donne, Rosa e Clara, venute per festeggiare il matrimonio di un amico, si perdono nelle strade della città e finiscono in una specie di budello: Via Castellana Bandiera. Qui incrociano un‘auto in direzione opposta e comincia un duello di sguardi. Ad anticipare il film, alle 20.00, per Confini l’appuntamento quotidiano con il Festival internazionale di video-arte, un viaggio nella produzione dei video d’artista del Mediterraneo a cura di Martina Corgnati. Ospiti d’eccezione i video artisti Valentina Ferrandes, Eleonora Beddini – Andrea Nevi e Matteo Bernardini. Intanto ieri straordinario successo di pubblico per tutti gli appuntamenti della prima giornata del Festival, dal teatro civile per le scuole di Mana Chuma ai film selezionati dal Circolo Chaplin fino al Festival. In particolare ha conquistato la platea il reading teatrale “Gli anni della peste” che ha visto protagonista ieri sera il giornalista de L’Espresso Fabrizio Gatti, scrittore e interprete di un lungo monologo che ha portato il pubblico faccia a faccia con le storie e gli uomini incontrati durante la sua prima inchiesta da infiltrato in un quartiere milanese retto dalla ‘ndrina dei De Stefano. Nascosto sotto la divisa e l’identità di un operaio del gas, Gatti racconta il suo incontro con trafficanti di droga senza scrupoli, un killer che al battesimo del fuoco non ha il coraggio di uccidere, la figlia di boss che vorrebbe scappare dal matrimonio scelto per lei dal padre ma che viene ricondotta con la forza al volere della famiglia. Vite parallele di uomini, donne e bambini, carnefici e vittime, che sfilano sul palco parlandoci di vendette, poesie, boati che illuminano la notte, sventagliate di mitra, clima di terrore, uffici dei servizi segreti che spariscono in poche ore, intuizioni di vice questori sulla trattativa Stato-mafia e sguardi vacui di ministri che non sentono o non vogliono sentire le domande scomode. Il tutto in poco più di un’estate, l’estate del 1993. Da allora, l’Italia, secondo Gatti, non è più la stessa. Lo spettacolo è stato dedicato dall’autore e interprete a Nelson Mandel e a Mabruk, uno dei bimbi siriani annegati a largo di Lampedusa.

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