‘Ndrangheta e “malaburocrazia”. Cuzzocrea (Confindustria) a Rai Radio3: “La lotta si fa con una classe dirigente all’altezza”

Reggio Calabria. “L’Antimafia dentro di noi” è stato il tema della puntata di “Tutta la città ne parla”, il programma condotto dal giornalista Pietro Del Soldà in onda ogni mattina sulle frequenze nazionali di Rai Radio3. L’approfondimento ha dato spazio alle voci della Calabria in lotta contro la ‘ndrangheta ponendo interrogativi sul ruolo della società civile. Al dibattito, che ha tratto spunto dalle ultime vicende giudiziarie che hanno riguardato alcuni volti noti dell’antimafia calabrese, ha preso parte il presidente di Confindustria Reggio Calabria, Andrea Cuzzocrea (presenti anche Davide Varì, vicedirettore dell’Ora della Calabria, Lirio Abbate, inviato dell’Espresso, Ernesto Galli della Loggia, editorialista del Corriere della Sera, Claudio Fava, politico, giornalista, sceneggiatore e scrittore e Elisabetta Tripodi, Sindaco di Rosarno). Partendo da una domanda di fondo, perché cioè una comunità civile debba avere bisogno delle cosiddette icone antimafia, il programma ha posto al centro il tema della pervasività nel tessuto socio-economico della criminalità organizzata tanto da diventare essa stessa, spesso, l’unico interlocutore per le imprese. «E’ innegabile – ha affermato Cuzzocrea – che esista una forte presenza della criminalità organizzata all’interno della nostra economia. Tuttavia occorre anche evidenziare come fanno spesso, del resto, illustri magistrati che da sempre operano in prima linea sul fronte della lotta alla mafia, che il malaffare predilige quei contesti in cui circola molto denaro. Non è questa la situazione che caratterizza oggi la Calabria. Senza dubbio, purtroppo, è ancora presente una mafia, per così dire, di piccolo cabotaggio che continua a condizionare ciò che ancora resta dei flussi economici e dei circuiti produttivi. I veri mali però – ha proseguito il presidente degli industriali reggini – in questo momento sono riconducibili all’assenza della politica, a una classe dirigente immobile, alla malaburocrazia. Abbiamo appena completato il terzo ciclo di programmazione dei fondi comunitari e i risultati sono stati assolutamente deludenti come dimostrano i dati relativi al Pil rimasti comunque fortemente negativi. Tutto ciò – ha rimarcato Cuzzocrea – è da addebitare unicamente all’incapacità di una classe dirigente che non ha saputo tradurre in azioni concrete le opportunità di crescita e sviluppo che sono state offerte al nostro territorio». Il presidente di Confindustria Reggio Calabria è stato inoltre interpellato anche sulla questione trasporti e infrastrutture quali principali freni per il rilancio di una regione in grave difficoltà. Sull’autostrada Salerno-Reggio, in particolare, Cuzzocrea ha messo in evidenzia «Il grave problema costituito dal sistema degli appalti che si inserisce, peraltro, nel più ampio quadro normativo nazionale. Questa grande arteria infatti, è bene ricordarlo, è una delle prime opere pensate e appaltate ai sensi della Legge Obiettivo, attraverso l’affidamento chiavi in mano dei lavori al general contractor e con l’obiettivo dichiarato di finire l’opera con tempi e costi certi. In pochi parlano – ha ricordato Cuzzocrea – dello scandalo sprechi che è andato lievitando nel corso degli anni all’interno di questa grande opera. Basti pensare, tanto per fare un esempio, al quinto macrolotto dove ci sono stati degli arbitrati per un ammontare di 307 milioni di euro, cioè un terzo del costo dello stesso macrolotto. Oggi – ha concluso il presidente degli industriali reggini – il bilancio di questa importante e strategica infrastruttura è assolutamente fallimentare. La Salerno-Reggio Calabria è costata ben cinque volte in più rispetto alle cifre iniziali, circa dieci miliardi di euro, con i tempi biblici che tutti conosciamo».

Confindustria Reggio Calabria

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