L’Ordine dei Medici rivendica più sicurezza dopo gli ultimi atti minatori

Reggio Calabria. La solidarietà e la vicinanza che oggi esprimiamo nei confronti della collega di Siderno, Caterina Morabito, stimata ed apprezzata professionista che opera quotidianamente al fianco dei suoi pazienti, non può che essere estesa idealmente a tutti quei medici della provincia di Reggio Calabria che, oggi, si trovano ad operare in contesti difficili: nelle corsie di ospedali con il personale ridotto all’osso dal blocco delle assunzioni o nelle postazioni di continuità assistenziali più disagiate ma non solo. Il vile gesto, perpetrato ai danni della professionista sidernese, riguarda, per la prima volta, un medico che opera nel territorio, un medico di base, e non quelli comunemente più esposti, in servizio presso ospedali e guardia mediche. E’ il segno che la situazione è divenuta ancora più allarmante. Purtroppo ci siamo rivelati ottimi profeti. Da tempo andiamo ripetendo che i medici sono oggetto di una campagna mediatica ingiustificatamente negativa che crea, attorno al loro prezioso sevizio, un clima che solo eufemisticamente potremmo definire poco idilliaco. Questo contesto, pregno di tensione, non giova certo ai pazienti, prima ancora che a coloro che sono deputati a curarli. Eppure ci si dimentica spesso che la situazione in cui sono costretti ad operare i camici bianchi di Reggio Calabria e provincia è a dir poco drammatica. Il sistema sanitario è soggetto ad un’opera di spoliazione: tagli ai mezzi, alle strutture ed al personale, ospedali che vengono chiusi con posti letto che vengono cancellati, personale che viene collocato a riposo e che non viene rimpiazzato. Se ancora la prestazione sanitaria nella nostra provincia mantiene certi standard di qualità ciò è dovuto, esclusivamente, all’impegno ed all’abnegazione del personale sanitario e parasanitario. Alla luce di ciò, come Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Reggio Calabria, chiederemo di incontrare il Prefetto, Claudio Sammartino, insediatosi recentemente, per rinnovare, con maggiore forza e convinzione quelle istanze di sicurezza che la classe medica locale chiede da tempo. Chiederemo degli interventi forti e concreti poiché gli accadimenti degli ultimi mesi li hanno resi assolutamente indifferibili. La sicurezza del personale medico e paramedico è una questione che deve essere affrontata a tutti i livelli. E’ necessaria l’attenzione delle istituzioni per consentire ai medici di fare quello che hanno, da sempre, fatto: prendersi cura della salute dei cittadini. E’ necessaria la collaborazione delle forze dell’ordine per consegnare alla giustizia i responsabili materiali dei numerosi episodi di violenza che vedono vittime, con cadenza sempre più incalzante, i medici della nostra provincia e della nostra città. E’ fondamentale anche il supporto delle testate giornalistiche affinché non soffino sul fuoco di una situazione ormai incandescente. Vorremmo ricordare, infatti, per l’ennesima volta che i casi che, quasi quotidianamente vengono spiattellati a tutta pagina, circa presunti episodi di malasanità, quasi sempre si rivelano semplici congetture. La stragrande maggioranza degli episodi denunciati come malpractice, infatti, vengono archiviati in sede di indagini preliminari o caducati durante il giudizio. Agitare i fantasmi dell’errore medico contribuisce a creare sfiducia nel paziente ed incentivare nei sanitari l’applicazione di quella medicina difensiva che non fa bene a nessuno, aumenta i costi e sottopone il paziente ad esami strumentali spesso sovrabbondanti. Proprio per questo, è nostro intendimento, a breve, incontrare i direttori delle principali testate giornalistiche calabresi per discutere di quella che non può che essere definita una vera e propria “emergenza”.

Exit mobile version