Il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti agli studenti calabresi: “L’attuazione dei principi costituzionali è la premessa per una politica antimafia”

Reggio Calabria. In questo periodo in cui dietro il paravento dell’antimafia si annidano le più svariate realtà illecite, in cui la speculazione è forte su questi temi, il concetto ideale di antimafia è stato chiarito a gran voce da tutti i partecipanti all’evento organizzato dal Coordinamento Nazionale Antimafia “Riferimenti” nell’ambito del Progetto “Gerbera Gialla 2014”. Moltissimi i rappresentanti delle istituzioni presenti: primo fra tutti il Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti, tra gli altri il presidente del Tribunale di Reggio Calabria Luciano Gerardis, il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho, il procuratore della Repubblica di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo, il procuratore della Repubblica di Palmi Giuseppe Creazzo, il Prefetto della Provincia di Reggio Calabria Claudio Sammartino, il presidente del Consiglio Regionale della Calabria Francesco Talarico ed il capo servizio della “Gazzetta del Sud”, Arcangelo Badolati.
Dopo la calorosa accoglienza offerta dall’orchestra dell’Istituto scientifico Raffaele Piria di Rosarno che ha eseguito l’inno di Mameli suscitando forte commozione, Maria Rosaria Russo, dirigente scolastica dello stesso liceo, ha aperto l’evento ricordando la storia di Gennaro Musella, uno dei cosiddetti “eroi dimenticati”, ucciso con un’autobomba nel 1982 per aver denunciato il cartello imprenditorial-mafioso che intendeva condizionare la costruzione del porto di Bagnara Calabra, e spinta propulsiva alla fondazione dell’associazione Gerbera Gialla, la cui presidentessa è oggi sua figlia, Adriana Musella. Il progetto Gerbera Gialla 2014, ha spiegato la professoressa vincitrice del premio Gerbera Gialla nel 2012, ha come scopo l’educazione alla legalità ed alla convivenza civile e democratica attraverso i luoghi della memoria. “L’antimafia va fatta da chi ha consapevolezza del male che la mafia può infliggere. Alle armi della mafia si risponde con l’arma della cultura. Il mio premio più grande è il sorriso dei miei studenti e dei loro genitori che mi ringraziano per averli aiutati a ritrovare la via della legalità”. Nel solco di questo invito a non dimenticare le vittime della mafia il sentito intervento del giornalista Badolati, il quale ha attirato l’attenzione dei ragazzi raccontando le storie di sangue di moltissimi uomini, donne e bambini che hanno perso la vita per mano mafiosa. Badolati ha sottolineato l’importanza di una conoscenza profonda del dolore che la mafia ha già inflitto:” Non abbiamo cognizione vera della mafia, ma per esorcizzare il male bisogna prima conoscerlo. Questa è anche la terra dell’antimafia, della resistenza, in cui abbiamo testimonianze di uomini troppo presto dimenticati, in cui si rendono necessarie meno celebrazioni mediatiche e più strumenti normativamente adeguati per il contrasto alla mafia”.
Anche Adriana Musella ha voluto ribadire il concetto di antimafia: “L’antimafia è un sentimento che si porta dentro, che ci invita a reagire ed a costruire ogni giorno e questo sentimento noi di Gerbera Gialla lo abbiamo”.
Il prefetto Sammartino, da pochissimo insediatosi in città, ha parlato dell’importanza della legalità nel quotidiano:” Il contrasto alla criminalità non è riservato alle forze dell’ordine, ma coinvolge tutti, soprattutto gli studenti”. Il prefetto ha poi ricordato la vicenda della squadra di calcio A.S.P.I. di Polistena che si è ritirata dal Campionato Regionale allievi a causa del clima diventato insostenibile a causa di pressioni esterne. Sammartino ha incitato i giocatori a continuare a combattere: “ Il campo di calcio è una metafora di vita: nel calcio così come nella vita si vince giocando nel rispetto delle regole”.
Al centro dell’incontro l’invito rivolto agli studenti alla conoscenza dei propri diritti, quindi allo studio, in particolare al testo della nostra carta Costituzionale. Sia il procuratore Creazzo che il procuratore Roberti hanno sottolineato l’importanza di questo aspetto. Roberti: “Il senso della mia presenza qui oggi a Reggio Calabria è la vicinanza dello Stato ai cittadini che hanno scelto la via dell’onestà. Educazione alla legalità significa prima di tutto far conoscere ai ragazzi il più importante testo antimafia mai scritto: la Costituzione italiana, che non è Costituzione dello Stato, ma della Repubblica italiana e la Repubblica siamo noi. Sono prima di tutto i cittadini infatti a dover credere nei valori costituzionali della libertà, dell’uguaglianza e della democrazia. Se le mafie sono arrivate al punto di ramificarsi in tutta Italia e nel resto dell’Europa è perché ci sono voluti i martiri Falcone e Borsellino per dare priorità alla lotta alla mafia. Strettamente collegata a questa è la crisi economica, infatti la criminalità organizzata sottrae denaro pubblico e lo dirotta verso mercati illegali. Contrastare le mafie significa quindi favorire lo sviluppo economico e democratico del nostro paese.” Altro importante tema sollevato dal Procuratore Nazionale Antimafia è stato quello della necessità di rafforzamento degli apparati della deterrenza, della magistratura e del sistema penitenziario. “L’Italia è uno dei paesi che spende meno denaro per la giustizia. Abbiamo 11 magistrati per 100.000 abitanti, la Germania ne ha 24. Si tratta di scegliere le proprie priorità”. Sul sovraffollamento delle carceri e sull’indulto: “Si parla tanto di sovraffollamento carcerario, 100 detenuti per 100.000 abitanti, ma si cercano provvedimenti come l’indulto invece di costruire nuove carceri più rispettose dei diritti e della dignità delle persone. E’ necessario reagire all’immobilismo degli anni passati”.

Barbara Priolo


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