Il Cis ha promosso “Politica e società nella Calabria spagnola”

Reggio Calabria. Nell’ambito degli incontri promossi dal Centro Internazionale Scrittori della Calabria per il ciclo “Storia della Calabria”, si è tenuto presso la libreria Culture la conferenza del prof. Giuseppe Caridi su “Politica e società nella Calabria spagnola”. Dopo avere premesso che la Spagna ha dominato direttamente nel Mezzogiorno d’Italia e quindi in Calabria nel Cinquecento e nel Seicento, Caridi – professore ordinario di Storia moderna presso l’Università di Messina e presidente della Deputazione di Storia Patria per la Calabria – si è soffermato sugli aspetti amministrativi, economici e sociali della regione durante quei due secoli. Gran parte dei comuni calabresi, denominati allora “Università”, era soggetta al sistema feudale e solo le principali città come Reggio, Catanzaro, Cosenza, Crotone, erano sotto la diretta giurisdizione regia. Sotto il profilo economico e demografico – ha evidenziato Caridi – la Calabria durante il periodo spagnolo ha attraversato due fasi contrastanti: a una crescita notevole nel secolo XVI, nel corso del quale la popolazione è più che raddoppiata, è seguita poi nel Seicento una fase recessiva di carattere produttivo e demografico, in coincidenza con pestilenze, guerre e rivolte popolari. Tra queste sommosse particolare rilievo ebbe la rivolta di Masaniello, scoppiata a Napoli nel 1647 e diffusasi poi a macchia d’olio in tutto il Mezzogiorno e quindi anche in Calabria. La Spagna, con l’appoggio dei feudatari riuscì a reprimere le rivolte ma da allora, anche a causa della mutata situazione politica internazionale, ebbe inizio una fase di declino del suo dominio nel Regno di Napoli, che agli inizi del Settecento sarebbe passato agli Asburgo d’Austria. Al dibattito, coordinato da Loreley Rosita Borruto, presidente del Cis della Calabria, hanno preso parte: Emilia Serranò Degli Espositi, Nicola Petrolino, Francesco Arillotta, Franco Iaria, Giuseppe Gangemi.

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