Oggi la giornata di apertura l’Atelier di Tesi di Laurea “Architetture per i Paesi in via di Sviluppo”

Reggio Calabria. Martedì 11 marzo, dalle ore 10.00, presso la sala bianca del dArTe, dipartimento di Architettura e Territorio dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, si svolge la giornata di apertura dell’Atelier di Tesi di Laurea che ha per titolo “Architetture per i Paesi in via di Sviluppo”, e che, per quest’anno, avrà come localizzazione il paese sub sahariano della Tanzania.
L’Atelier, promosso da un gruppo di docenti di Architettura (Rita Simone, Sebastiano Nucifora, Agostino Urso, Alessandro Villari, in collaborazione con Filippo Frazzetta, Irene Caltabiano e Laura Marino), ha come obiettivo quello di formare, attraverso una esperienza di tesi, giovani laureandi interessati alle problematiche inerenti il rapporto tra Architettura e Cooperazione Internazionale, ed avviare un percorso virtuoso su temi di ricerca (analisi e progetto) dedicati ai PVS. L’Atelier vuole infatti essere solo il primo passo, utile, in seguito, a configurare una serie di attività di ricerca, stabili e durature, all’interno dell’offerta didattica dell’Ateneo di Reggio Calabria. L’obiettivo è costituire un vero e proprio centro, tra didattica e ricerca, ove far confluire materiali, progetti ed esperienze che, ad esclusione di pochi ed episodici casi, non sembrano trovare posto stabile in altre Università Italiane. A questo proposito è già in via di istituzione un Master professionale di II° livello denominato mArCoS (master in Architettura per la Cooperazione e lo Sviluppo) che ha già visto, nella sua fase preparatoria, l’organizzazione di vari seminari sul tema.
Il convegno di giorno 11 vedrà la presenza a Reggio Calabria dei rappresentanti delle ONG (Organizzazioni non Governative), con le quali il Dipartimento dArTe, nella persona del suo direttore prof. Gianfranco Neri, firmerà congiuntamente agli stessi, dei Mou (Memorandum of Understanding) della durata di due anni, con la finalità di avviare e promuovere, in collaborazione con figure giuridiche e professionali realmente impegnate e operanti sul campo, attività condivise di ricerca sui seguenti argomenti:
a.Riqualificazione urbana in slums e aree informali.

Progetti di Social Housing
b. Salvaguardia del patrimonio architettonico storico e coloniale
c. Gestione delle Risorse Energetiche nei PVS
d. Soluzioni progettuali per strutture scolastiche e ospedaliere con materiali locali e tecnologie a basso costo.
La collaborazione prevede la condivisione di materiali utili alla stesura di tesi di laurea su progetti di strutture architettoniche previste nei più ampi progetti di cooperazione e il supporto logistico, da parte della Ong, per l’ospitalità, a piccoli gruppi, di studenti nei luoghi ove insistono i progetti di cooperazione di competenza delle Ong stesse. Il tutto in una ipotesi futura e auspicabile di partecipazione condivisa, tra Dipartimento e Ong, a futuri progetti di cooperazione da presentare, in ambito ONU o di Comunità Europea. Le Ong che hanno finora aderito all’iniziativa sono quattro, operanti e presenti con i loro progetti in varie parti del mondo: ACRACCS Milano, Associazione Giovanni Secco Suardo di Bergamo, Intervita di Milano e VIS di Roma. In loro rappresentanza saranno presenti al convegno Lanfranco Secco Suardo, Giorgio Zucchello e Nico Lotta. L’iniziativa, rientra nell’ambito della sempre più auspicabile politica di internazionalizzazione avviata dall’Ateneo Reggino. Oltre ai citati partenariati, sono infatti già in corso contatti avanzati con l’Università tanzaniana di Iringa e con la municipalità di Dar -El Saalam. Nella stessa giornata nel foyer dell’edificio di Architettura sarà inaugurata la mostra fotografica mostra NEEDS_Architetture nei Paesi in Via di Sviluppo curata da Salvatore Spataro (GGAF. Gruppo Giovani Architetti Firenze). La mostra raccoglie 9 Gruppi di Progettisti e 17 Progetti, per mostrare un modo “diverso” di fare architettura, essenzialmente basato su NECESSITA’ primarie, per dimostrare che la QUALITA’ non è sempre funzione di interessi speculativi, e che la realizzazione può seguire un fondamento etico dell’opera costruita, attraverso idee che tengano conto di un profondo rispetto delle peculiarità tecniche e culturali locali.

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