Interpellanza contro la Bindi. Interviene anche il circolo Ncd “Città Libera”

Reggio Calabria. La differenza tra Destra e Sinistra, al di là del diverso peso che si dà al tema delle libertà individuali, da cui deriva un diverso approccio alla loro tutela e una divergente impostazione del welfare state, risiede anche nel ritenersi – la Sinistra – l’unica vera depositaria della Cultura e dell’Etica e, di conseguenza, della Verità e della Giustizia. Questa convinzione è talmente radicata (non solo nella Sinistra, che se ne gloria, ma anche nella Destra, che l’accetta a volte supina e deferente), da degenerare in forme di assolutismo etico e dispotismo culturale che a loro volta generano apodittiche sentenze o indimostrabili teoremi giudiziari spacciati per verità rivelate. È in questa temperie che si muove la nostra Giustizia: occhiuta e inquisitoria, quando attenta si volge alla sua destra; miope e sonnacchiosa, quando distratta si volge a sinistra. È in questa temperie che il Comune di Reggio è stato commissariato, in virtù di una legge che lascia tanto ampi margini di interpretazione dei fatti da divenire di fatto discrezionale. Ed è sempre in questa temperie che i senatori reggini D’Ascola, Caridi e Bilardi del Nuovo Centro Destra hanno chiesto le dimissioni dell’onorevole Rosi Bindi da presidente della Commissione Antimafia. La motivazione che adducono i Nostri è quella di aver chiesto la proroga del commissariamento di Reggio per motivazioni di strategia politica (rimandare la contesa elettorale per impreparazione del PD) e non perché convinta in scienza e coscienza che altri sei mesi di commissariamento fossero utili alla città. È più che evidente, anche secondo il buon senso comune, che un parlamentare estraneo ai fatti e alla storia della Calabria non sia in grado di partorire un pensiero autonomo su questi fatti e questa storia; e che, pertanto, posizioni e giudizi del presidente della Commissione Antimafia siano, se non pilotati, in un certo qual modo indirizzati: va da se che questo indirizzo non possa che corrispondere a precisi interessi di parte politica. Ma è un vizio storico della politica di sinistra, internazionalista al tempo dei nazionalismi e oggi riguardosa più dell’interesse del Partito che di quello del territorio, l’anteporre un ipotetico interesse generale – che poi si dimostra essere quello della dirigenza del partito – a quello reale e concreto dei luoghi. Ed ecco che oggi gli esponenti della sinistra reggina è come se si movessero fuori della realtà o, meglio, come se la realtà fosse costituita solo dal loro partito, il cui interesse è da ricercare e difendere anche a costo calpestare le innegabili legittime aspirazioni della loro terra. Per la Destra, invece, è il rispetto del genius loci a dover guidare le scelte, è il maggiore interesse del territorio quello che si deve ricercare, è il diritto di Antigone (nella foto) da privilegiare rispetto a quello di Creonte.

Circolo Ncd “Città Libera”

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