Demetrio Delfino: “Sulla pista ciclabile, si rimedi subito”

Reggio Calabria. A volte, anche quando le vecchie giunte ormai “ci hanno lasciato”, le cattive gestioni protraggono ed espandono i loro effetti nel futuro. Il “modello Reggio”, ad esempio, fa sentire i suoi effetti, in ultimo, nel recente progetto della pista ciclabile. Ciò che nelle altre città si fa da anni, da noi diventa impresa e progetto complicatissimo nonché dispendioso. Il progetto, presentato nell’agosto del 2012 dall’allora Sindaco della città Arena, insieme con l’Assessore ai Lavori pubblici Morisani e al Dirigente di settore, risulta ad oggi quasi ultimato. Il percorso prevede l’inizio della corsia ciclabile sulla parte bassa del Lungomare Falcomatà, in corrispondenza con l’ingresso del Lido Comunale, un tratto costeggia il litorale poi sale sul ponte Calopinace ed attraverso il Viale Calabria avanti sulla via Padova fino all’area della Capannina. Un totale di circa otto chilometri. Evidenti però sono i limiti. Limiti che derivano dalle caratteristiche progettuali dell’opera, da scelte discutibili che riguardano sia il percorso che i materiali di arredo utilizzati, e certamente, da un mancato confronto con la città e le Associazioni competenti, che avrebbero potuto fornire un valido contributo progettuale per la realizzazione dell’opera. Una pista discontinua su lunghi tratti, che attraversa numerosi incroci pericolosi,traverse e addirittura accessi per mezzi pesanti ( vedi cancello entrata e uscita mezzi della Leonia) con blocchi di cemento che possono essere fonte di pericolo sia per gli automobilisti che per gli stessi ciclisti. A completare l’opera ci si è inventati l’incomprensibile ed insensato passaggio della pista sul marciapiede del Viale Calabria occupandone tutta la carreggiata e ostacolando l’accesso ad negozi adiacenti.Ci si è limitati a dipingere di rosso tutta la carreggiata, ed ecco trasformato un marciapiede in pista ciclabile! Mi chiedo, quindi, se, per definizione per pista ciclabile (o percorso ciclabile o ciclopista) si intende un percorso protetto o comunque riservato alle biciclette, dove il traffico motorizzato è escluso, il cui scopo è separare il traffico ciclabile da quello motorizzato e da quello pedonale, che hanno velocità diverse, per migliorare la sicurezza stradale e facilitare lo scorrimento dei veicoli ,in quali punti si può accostare la pista della nostra città con questa definizione. D’altronde, ai nostri amministratori non molto chiaro è anche il concetto di marciapiede, giacchè esso dovrebbe essere uno spazio sopraelevato posizionato al lato di una strada, riservato al transito ed allo stazionamento dei pedoni. Dopo aver chiaro il significato delle due “opere pubbliche” mi chiedo dove debbano passare pedoni, passeggini e disabili. Due le opzioni: utilizzare i “marciabici” rischiando di essere investiti dalle bici, oppure scendere in strada rischiando di essere investiti dalle auto. Non si sarebbe potuto evitare questo paradosso dalla fase progettuale? Non si sarebbe potuto evitare il passaggio con incroci pericolosi, entrate di cantiere e marciapiedi?? La pista ciclabile a Reggio la vogliamo tutti ma francamente con una spesa di due milioni di euro ci si sarebbe aspettato qualcosa di più. Il mio invito ai commissari, ai dirigenti di settore ed ai progettisti è che si operi “in corsa” per rimediare ad errori progettuali o di realizzazione.

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