Oggi la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza. Bubbico: “Situazione grave, il Governo lo sa” e Lanzetta: “Sconfiggiamo insieme la ‘ndrangheta, riprendiamoci i nostri giovani”

Reggio Calabria. Si è riunito questa mattina nella Prefettura di Reggio Calabria il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica alla presenza del ministro degli affari regionali Maria Carmela Lanzetta e del vice ministro dell’Interno Filippo Bubbico. Una riunione, quella odierna, dalla quale non è scaturita alcuna anticipazione del piano straordinario di lotta alla ‘ndrangheta al tavolo del ministro Alfano, ma al cui centro sono stati i posti i temi legati all’azione di contrasto alla criminalità e della legalità. I due ministri si sono presentati, in un veloce incontro, sicuri e chiari alla stampa locale. “La situazione è piuttosto grave e il Governo ne è consapevole – ha dichiarato in apertura Bubbico – il ministro Alfano in più circostanze ha segnalato la priorità nel mettere in campo un piano straordinario, che è costituito da una serie di misure che il ministro formalizzerà in maniera precisa, io mi sento di dire che l’impegno del ministro Alfano e del Governo è molto forte e determinato. Dobbiamo fare della lotta alla criminalità un fattore per la crescita del Mezzogiorno perché, e questa non è retorica, qui esistono intelligenze, risorse, competenze, contesti ambientali naturali dotati di straordinaria potenzialità dal punto di vista della crescita economica e noi non dobbiamo mai rassegnarci di fronte al fenomeno che vede così alta la percentuale la disoccupazione giovanile, non dobbiamo rassegnarci rispetto al fenomeno che vede andar via tanti giovani capaci e competenti che invece devono poter operare qui e spesso vanno via anche perché le condizioni di agibilità democratica o le garanzie circa le loro libertà individuali non sono sempre presenti, perché nessuno deve potersi sentire succube della prepotenza di atteggiamenti e di azioni criminali o della forza criminale”.
“Il Coisp – ha proseguito il vice ministro – si è occupato della sicurezza pubblica. La situazione nella provincia di Reggio Calabria è piuttosto preoccupante, questo viene confermato da tutti gli indicatori e da tutte le analisi. La ‘ndrangheta qui controlla le attività economiche, cerca di condizionare la vita sociale e politica e costituisce un ostacolo a qualunque tentativo di crescita economica e di avanzamento sociale e civile. Noi siamo consapevoli che ciò costituisce una minaccia grave per il futuro di questa provincia e di questa regione e costituisce una minaccia per il Paese, perché l’economia illegale quando diventa così forte e pervasiva determina situazioni di grave rischio per il Paese”. “Noi quindi – ha proseguito Bubbico – siamo impegnati a garantire non solo l’attività di contrasto che le forze di polizia, con grande intelligenza e con grande sacrificio, ogni giorno garantiscono e che la magistratura con competenza a pazienza coordina portando a compimento anche attività investigative che si concludono con non solo rinvii a giudizio e misure cautelari ma anche con sentenze definitive. E tutto ciò segnala da una parte l’impegno dello Stato a contrastare la ‘ndrangheta e dall’altra la potenza di questa organizzazione criminale. C’è necessità che tutti ci si renda conto di questa realtà e che ciascuno faccia appieno la propria parte, perché questo è un problema dello Stato, ma è un problema dei cittadini, è un problema delle istituzioni tutte, comprese quelle locali”.
Quanto ai problemi più prettamente della giustizia, Bubbico si è detto fiducioso sia per colmare gli organici che per completare le strutture attese dai magistrati: “L’organizzazione del servizio giustizia in questa provincia va potenziato, esiste una questione che i rappresentati della magistratura hanno posto con grande forza, il ministro Alfano ne ha parlato con il ministro Orlando, io ho fiducia che la questione possa essere risolta perché il fenomeno criminale, la numerosità di atti di natura penale, non possono essere sostenuti da un organico sottodimensionato delle procure e delle sedi giudicanti o delle misure di prevenzione. Tra un po’ avremo un incontro politico e tecnico al tempo stesso per affrontare la questione degli edifici affidati all’attività giudiziaria per i quali com’è noto esistono ritardi che non sono spiegabili e sopportabili. Anche qui – ha concluso – alla luce di una istruttoria attenta e competente operata dal prefetto vogliamo individuare le criticità e gli ostacoli perché quegli immobili possano essere resi immediatamente funzionali tanto da creare le condizioni perché il servizio giustizia possa risultare più efficace”.
Il primo pensiero dell’incontro il ministro Lanzetta lo ha dedicato ai giovani calabresi: “Possiamo sconfiggere le mafie se tutti con determinazione decidiamo da che parte stare e lavoriamo, ognuno nel proprio, a favore della nostra terra. Il più grande guaio riguarda i giovani: l’esodo che si sta verificando è peggiore di quello degli anni 50 e 60 perché basta considerare il fatto che analizzando i singoli paesi noteremo come la maggior parte dei giovani da i 20 e i 45 anni sono assenti. Si laureano e poi se ne vanno e i nostri centri si svuotano. Dobbiamo pensare a un modo per riprenderci i nostri giovani. Oggi siamo qui – ha poi proseguito – per creare un gruppo di lavoro, ascoltare l’analisi del territorio e avere gli strumenti per rispondere”.

gip

 

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