Lido Comunale e balneabilità. Ethos: “Alle porte la stagione estiva e i temi non sono stati affrontati”

Reggio Calabria. Ed eccoci qua, tra un rinvio ed un altro siamo arrivati, anche quest’anno, alle porte della nuova stagione estiva e di novità sul fronte balneabilità e Lido Comunale neanche l’ombra. Le questioni depurazione delle acque “nere”, rete fognaria e scarichi abusivi, passando dalle specifiche competenze regionali e comunali in materia, sono state del tutto ignorate negli ultimi dieci/quindici anni, determinando l’attuale situazione di non balneabilità di quasi tutto il litorale ricadente nel territorio del Comune di Reggio Calabria. Nella stessa condizione di assurda immobilità si trova il Lido Comunale, altro insostituibile trattore di sviluppo esistente sul territorio, ma ostaggio di incomprensibili disquisizioni burocratiche. Infatti, le ripetute conferenze di servizi organizzate non per conoscere il pensiero dei reggini al riguardo, ma per capire se il progetto di riqualificazione del Lido (quello dell’ing. Arena che ha vinto, a suo tempo, la relativa gara) fosse o meno in linea con le iniziali intenzioni “architettoniche” dell’ing. Genoese Zerbi e/o dell’ing. Giuseppe Laface, non hanno prodotto nulla, se non il blocco del procedimento a causa “…dell’istanza prodotta dal coprogettista dell’opera originale, ing. Laface, finalizzata al riconoscimento, da parte del competente Ministero, del valore artistico del Lido Comunale e dei diritti d’autore”, riconoscimento recentemente arrivato e che riporta tutto al punto di partenza. Con il dovuto rispetto e chiedendo scusa qual’ora si urtassero determinate e sensibili suscettibilità, a queste latitudini la priorità è il lavoro che un Lido Comunale funzionale ed accogliente può offrire (senza divieto di balneazione), piuttosto che il pur legittimo riconoscimento dei diritti d’autore a chi, nel millennio scorso, progettò il Lido per persone adulte e fisicamente normo-dotate. Non è arroganza, ma continuare a disquisire su pur nobili questioni ideologiche o storico-filosofiche e bloccare il rilancio del Lido, con tutto ciò che ne consegue, è da irresponsabili. E’ bene chiarire immediatamente che non si tratta di sviluppo a tutti costi e che non è assolutamente intenzione di alcuno offuscare o non riconoscere meriti che già la storia ha cristallizzato. Oltre all’incolmabile ritardo maturato anche per questa stagione estiva, adesso si tratta di capire come il riconoscimento ministeriale “concesso” su precisa richiesta, che di fatto pone un enorme vincolo sul futuro del Lido, possa contribuire alla sua rapida riqualificazione. L’adeguamento della struttura alle numerose ed eterogenee esigenze dei fruitori, siano essi locali o turisti (si pensi alle persone diversamente abili, ai bambini ed alle loro famiglie, agli anziani, ma anche agli adolescenti ed ai giovani), non porterebbe soltanto vantaggi economici alle casse del Comune, che diventerebbe “concorrente” delle similari attività gestite dalla ndrangheta, ma avrebbe anche importantissimi risvolti sociali, ritornando ad essere fonte di lavoro per molti e luogo di crescita ed aggregazione sociale e culturale per tutti. Lido, in sintesi, significa: posti di lavoro, recupero ambientale del litorale interessato, lotta attiva alla ndrangheta, introiti economici per le casse del comune, aggregazione sociale e culturale. Ancora una volta, quindi, ribadiamo la necessità di procedere concretamente e con rapidità alla riqualificazione del Lido, anche adeguando, ove possibile, il progetto dell’ing. Arena ai nuovi vincoli imposti, nel massimo rispetto del lavoro di tutte le professionalità coinvolte che comunque, è bene chiarirlo, seguono e non precedono l’interesse superiore e principale della Città di Reggio.

Gianni Sergi – Giuseppe Musarella
Soci fondatori Ethos

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