La UilTrasporti fa appello al governo per risolvere la questione Atam

Reggio Calabria. Di seguito la lettera inviata dall’Uiltrasporti al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, al Ministro degli Interni Angelino Alfano, al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Maurizio Lupi e al Ministro Affari Regionali Maria Carmela Lanzetta.

Rivolgiamo un accorato appello per la gravissima situazione occupazionale nella città di Reggio Calabria. In maniera del tutto inconsueta vogliamo sottoporvi in particolare la difficilissima odissea di una delle maggiori aziende di trasporto pubblico calabrese l’A.T.A.M. che con i suoi 350 dipendenti serve un bacino di 178.000 abitanti con un’utenza giornaliera di 35.000 utenti e circa 1000 piccoli utenti degli scuolabus. Da circa quattro anni con insistenza maniacale le OO.SS. ed i lavoratori hanno manifestato ai vari livelli istituzionali Regione, Comune e Prefettura la grave crisi di liquidità cui versava l’A.T.A.M. di Reggio Calabria. Ne sono susseguiti decine di incontri ed altrettanti protocolli di intesa per risolvere la questione, tutti puntualmente disattesi a turno dai vari Attori istituzionali. Come era previsto e prevedibile si e’ arrivati ad una (legittima) richiesta della Magistratura di istanza di fallimento per i debiti accumulati (circa 25 milioni). Fin qui niente di insolito rispetto al panorama italiano che vede nel settore deficitario di circa 1 miliardo e mezzo rispetto al fabbisogno reale (come il Ministro Lupi ben sa) circa il 46% delle aziende del TPL tecnicamente fallite con in testa Roma con un Miliardo e Seicento milioni di debito e le restanti in grave crisi di liquidità. Il paradosso e la conseguente rabbia di lavoratori e OO.SS. deriva dal fatto che nelle suddette inutili riunioni con le Istituzioni eravamo stati in grado di proporre diverse ipotesi di piani di salvataggio e di riorganizzazione che ovviamente erano per forza di cose sottoposte alla obbligatoria sinergia tra i vari livelli periferici dello Stato. La deriva dello spirito di iniziativa e la blanda volontà politica hanno lentamente eroso ogni tipo di risorsa aziendale. Nonostante ciò i lavoratori si sono addossati il peso derivante dall’acquisto di nuovi bus promessi dal Comune ma mai finanziati per il valore di 4.800.000 euro ed hanno acconsentito alla cassa integrazione pur di far sopravvivere l’azienda. Con grandi sacrifici la gestione caratteristica degli ultimi due anni ha dato ai relativi bilanci un segno positivo. Ma il peso del pregresso ha inficiato questi sforzi. Tutto ciò però non ha fiaccato lo spirito dei lavoratori che hanno sopportato mesi senza stipendio e condizioni di lavoro disumane e senza soluzione di continuità hanno servito la comunità Reggina che oggi più che mai aveva bisogno del mezzo di trasporto pubblico. Il senso civico ha sempre prevalso sulle legittime aspettative personali eppure l’A.T.A.M. rischia di morire. Quello che sta succedendo nella nostra città non crediamo abbia eguali in altre parti del mondo. Il senso di stato sta scomparendo e con esso la fiducia nelle istituzioni. I cittadini non hanno più nulla per cui possano sentirsi parte di uno stato civile se non per le continue e pressanti gabelle. Non pensiamo minimamente di essere ombelico del mondo ed assurgere a destinatari di grazie divine, ma un barlume di speranza e di fiducia in quello che sembra voler fare il Governo nelle persone in indirizzo ci induce a voler chiedere con la forza della disperazione di guardare Reggio e le ultime attività produttive ancora vive da molto più vicino. Le visite istituzionali vanno bene ma ora è indispensabile e vitale passeggiare tra la gente comune e per le vie secondarie della Città per capire cosa stiamo sopportando e subendo in nome dello Stato Italiano. Quali colpe possono avere i cittadini ed i lavoratori se non quella di essere nati in questa terra, quella stessa terra che l’ex Ministro Cancellieri aveva investito di promesse di rinascita ed attenzione dopo il commissariamento. Ad oggi vediamo solo macerie e desolazione con i referenti istituzionali rinchiusi nelle torri ovattate del tutto refrattarie ai bisogni della cittadinanza. Pensare che Reggio sia tutto criminalità e collusione induce a prendere spesso decisioni rigide, schematiche, senza vedere gli effetti collaterali devastanti per la cittadinanza ed i lavoratori. La volontà di ripulire per quanto giusta e sacrosanta non può generare fame e disperazione. Per ogni pilastro abbattuto uno nuovo deve essere contestualmente edificato. Pensare che la nostra città possa subire un cambiamento radicale ed eccezionale agendo solo sulla tassazione è miope, si può rinascere solo rilanciando l’economia ed il PIL locale basato sino ad oggi sui servizi e la piccola imprenditoria. Facendo morire realtà lavorative come l’A.T.A.M. non solo si eliminano 350 posti di lavoro ma si impedisce l‘entrata in circolo di salari che finanziavano le piccole imprese commerciali e contestualmente si nega la possibilità ai tanti precari e saltuari di poter andare a lavorare e a tanti genitori la speranza di mandare i figli a scuola, perché da noi purtroppo non tutti possono avere un mezzo proprio. E se questi possono essere valutati come ragionamenti di parte, interessati o se volete di pancia, vi invitiamo a riflettere e determinare se e quali siano i servizi che lo stato deve garantire al proprio popolo. Ci auguriamo che queste righe possano aprire il sentimento umano della considerazione al di fuori della freddezza dei numeri negativi e delle norme di legge. E ci piacerebbe sognare e sperare che il Ministro Lanzetta si faccia promotore di un vertice urgente con i rappresentanti della società civile e dei lavoratori nella nostra città perché solo toccando con mano e vedendo con i propri occhi, Renzi, Alfano, Lupi potranno capire come aiutare una città che sta per morire in un’agonia lenta ed inesorabile. Rivolgiamo altresì un appello ai rappresentanti della società civile locale (Confindustria, Confesercenti, Confcommercio, Associazioni Consumatori, et…) a voler unirsi ad un progetto comune di sensibilizzazione e per rappresentare con forza e determinazione la voglia di riscatto e di rinascita del popolo reggino. Deve abbandonarci la sensazione di essere agnello sacrificale e svegliarsi finalmente tutti uniti a chiedere di essere nuovamente parte integrante della nostra madre patria.

Le segreterie aziendali
Filt/Cgil- Pasquale Foti
Fit/Cisl- Bruno Caridi
UilTrasporti- Francesco Gangemi
Ugl- Pietro Stelitano
Orsa- Mario Salomone

 

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