Si celebra il 25 aprile sperando nella Liberazione dalla “crisi”

Reggio Calabria. Emergenza amministrativa, legalità e lavoro. Questi i temi portanti delle celebrazioni per il 25 aprile 2014, svoltesi alla Stele del Partigiano – all’interno della Villa comunale – in pieno centro cittadino. Una mattinata intensa per il numero dei protagonisti che uno ad uno sono intervenuti di fronte ai partecipanti; una mattinata scaldata dal sole d’aprile e animata sul Lungomare Falcomatà dalla tradizionale CorriReggio promossa da Legambiente. Presenti, oltre ai numerosi partiti, movimenti e associazioni, anche le alte cariche istituzionali e in particolare il Prefetto Claudio Sammartino, il coordinatore della triade commissariale del Comune di Reggio Calabria Gaetano Chiusolo, l’assessore provinciale Eduardo Lamberti Castronuovo e il procuratore della Repubblica Federico Cafiero De Raho.
Aldo Chiantella, partigiano nonché presidente del Comitato d’onore dell’Anpi di Reggio Calabria, è intervenuto in apertura portando all’attenzione del pubblico la propria storia e i propri ricordi legati al 25 aprile 1945: “Dopo mezzo secolo di guerre selvagge è maturata la consapevolezza che fosse necessario restituire all’uomo le redini della sua vita, il diritto dell’autodeterminazione al popolo. Pertanto oggi celebriamo l’inizio della nostra storia recente. La resistenza pone all’apice l’idea della libertà e non a caso quando due partigiani si incontravano sulle montagne si salutavano al motto ‘morte al fascismo, libertà ai popoli’: giustizia e libertà furono i motivi che guidarono la resistenza 68 anni fa e che oggi come mai occorrono per non incoraggiare la cultura della rassegnazione. Noi vigileremo affinché questo non avvenga”.
Giunto in riva allo Stretto per le celebrazioni di stamattina anche il vice presidente dell’Anpi nazionale, Alessandro Pollio Salimbeni, che ha posto l’accento sull’importanza di festeggiare il 25 aprile proprio a Reggio Calabria perché “è un’importante occasione per dire che bisogna continuare a raddrizzare le cose in questo Paese e purtroppo Reggio sono un esempio che ci richiama tutti i giorni a questo dovere. Noi non abbiamo nessun merito – ha poi proseguito Pollio Salimbeni – se non quello di rinnovare ogni anno un impegno che ci è stato tramandato. ‘Futuro’ è una delle parole più importanti che deve essere posta al centro di questa giornata insieme a ‘dignità’”.
Il 25 aprile reggino di quest’anno ha contato sulla presenza di due ospiti in particolare che hanno portato all’attenzione due dei temi cari all’Anpi di Reggio e particolarmente sentiti dalla società civile in questi ultimi tempi: quello della legalità e quello dell’emergenza lavorativa. Proprio di pochi giorni fa, infatti, due cattive notizie hanno rabbuiato le ferie pasquali e gli animi già in festa dei reggini: da un lato l’ennesima intimidazione ai danni della famiglia Bentivoglio, da vent’anni vessata dalla ‘ndrangheta; dall’altro il paventato licenziamento dei giornalisti de “L’Ora della Calabria”, quotidiano regionale che nei mesi scorsi aveva già fatto parlare tanto di sé  (il caso Gentile nda) adesso in liquidazione.
“Mi auguro che presto si possa festeggiare il giorno di liberazione da tutte le mafie – ha esordito Bentivoglio – ma per perseguire questo obiettivo dobbiamo essere forti e uniti. Non è giusto continuare a parlare ancora di mafie e corruzione”.
In rappresentanza invece de “L’Ora” è intervenuto il giornalista Consolato Minniti: “Ieri sera abbiamo ricevuto contestualmente l’avvio delle procedure di licenziamento e la comunicazione di ferie forzate per le prossime due settimane, quindi da un lato ci licenziano e dall’altro ci mettono in ferie. Questa è l’ultima tappa di una vicenda grottesca, l’emblema della Calabria dell’informazione. Una Calabria che nel momento in cui si ribella per la prima volta ai poteri forti viene schiacciata. Non hanno chiuso solo il giornale cartaceo, ma anche il sito internet che non aveva alcun costo e che ci avrebbe permesso di continuare a scrivere e a lanciare il nostro messaggio di libertà. Il giornale e il sito sono stati chiusi dallo stesso editore probabilmente per paura di quello che avremmo potuto continuare a raccontare. Noi siamo convinti che bisogna resistere; anche questo è un modo per dire noi ci siamo, noi resistiamo, non vogliamo darla vinta a chi vuole farci tacere”.
Uno degli appuntamenti celebrativi più importanti della storia italiana quello del 25 aprile che – purtroppo – si lascerà ricordare quest’anno per i paradossi di alcune storie tutte reggine: le vicende dei Bentivoglio, da anni vittime del disinteresse delle istituzioni e dei concittadini, prigionieri nella loro stessa terra; e quella dei giornalisti de “L’Ora della Calabria” che, proprio in queste ore, sono in guerra per la difesa di una categoria professionale troppo spesso sfruttata, inascoltata e soffocata.

Giulia Polito

Foto di Mimmo Notaro

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