I soliti idioti imbrattano anche il monumento ai Caduti

Il monumento ai Caduti imbrattato

Reggio Calabria. Non c’è più rispetto neanche per i morti. Neppure per coloro che hanno amato e difeso, a costo della propria vita, la Patria Terra in cui sono nati. Il ricordo offeso dei Caduti di tutte le guerre, di migliaia e migliaia di giovani combattenti, perennemente ricordati nel loro sacrificio dal monumento che ad essi fu dedicato e fatto collocare sul lungomare reggino già nel lontano 1930 alla presenza del re Vittorio Emanuele III, è oggi lì sotto gli occhi di tutti.
Dopo le inarrestabili azioni vandaliche che stanno, nell’indifferenza generale, completamente eliminando ogni superficie pulita dei muri e degli arredi di tutto il “Lungomare Falcomatà”, i writers continuano, nonostante i controlli delle Forze di Polizia, a rovinare con gli spruzzi delle bombolette qualsiasi cosa venga posta “a tiro” della loro scriteriata attenzione. A pagare le conseguenze delle gesta inqualificabili di altrettanti indefinibili individui, anche il “Monumento ai Caduti” posto di fronte al Palazzo del Governo, la Prefettura reggina, sulla via Vittorio Emanuele III.
Soltanto pochi giorni addietro in occasione della ricorrenza del 25 aprile, giorno in cui si celebra la giornata della Liberazione dell’Italia dal nemico, era stata deposta alla presenza delle massime autorità Istituzionali della città, una corona d’alloro per commemorare il sacrificio compiuto dai giovani di quel tempo. Gesta eroiche che verranno certamente ricordati nei secoli per l’alto valore patriottico e morale, insegnamento impareggiabile di attaccamento alla propria Patria.
Lo spazio dedicato dunque ai valorosi uomini di quel tempo appare oggi deturpato, oltraggiato dalle mani dei “soliti idioti” writers, i vandali di turno, che amano, nell’apatia generale che li attanaglia, danneggiare qualsiasi cosa con le loro insignificanti scritte. Probabilmente giovanissimi che, coinvolti sentimentalmente da amori infuocati del momento, si lasciano trasportare nei comportamenti trascrivendo su qualsiasi superficie frasi riportanti, nella maggior parte dei casi, dichiarazioni amorose che non trovano sicuramente condivisione tra la popolazione civile per come esse vengono trasmesse.
Ancora vandalismo, ancora scritte deturpatrice spruzzate (perché non istituire delle squadre in borghese per contrastare il dilagante fenomeno?) che stavolta però si rivelano, più di tante altre già apparse, oltraggiose e offensive verso chi ha cercato con i loro atti d’eroismo di trasmettere quei valori impagabili che appaiono sempre più ricercati che esulano, purtroppo, sempre più da quei comportamenti etici così tanto desiderati ma attualmente smarriti in una società considerata civile.

Guglielmo Rizzica

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