Ethos: “Dal nulla al nulla assoluto”

Reggio Calabria. Il dibattito politico regionale e cittadino di solito galleggia su livelli di assoluta inadeguatezza, per dirla in termini più chiari, oscilla tra una smodata euforia per l’attracco di una nave da crociera in questo o quel porto calabrese e la fantasmagorica soddisfazione per i progressi (sig) della sanità calabrese. Picchi eccelsi e vette inesplorate si raggiungono, poi, sulle accuse incrociate su chi ha fatto peggio o a chi si debba attribuire questo o quel disastro. Si spazia sui temi più disparati: dai trasporti, ai buchi di bilancio, dall’allegra gestione di un aeroporto, ai tracolli di municipalizzate…e lì volano gli stracci, tanti stracci. Di solito questo avviene durante i periodi di normale attività o, per meglio dire, d’inattività politica, ma quando si avvicina una scadenza elettorale tutto precipita e la già conclamata pochezza, visti gli indubbi risultati negativi raggiunti dalla nostra classe dirigente, fatti salvi alcune sparute eccezioni, diventa insopportabile ed indecente. Ora e solo ora ci si ricorda dei disoccupati o dei lavoratori in mobilità. Ora e solo ora ci si accorge che molte realtà falsamente produttive sono solo servite come riserve di voti a basso costo per loro, ma ad altissimo costo per la comunità. Ora e solo ora ci si accorge della vera e reale sofferenza delle famiglie, per la maggior parte monoreddito, della nostra Reggio. Ora e solo ora ci si ricorda del terzo settore che nasconde dietro questo nome, volti, sofferenze, solitudini. Ora e solo ora ci si accorge dei giovani che partono e che non hanno più la valigia di cartone dei loro nonni, ma la stessa sensazione di abbandono. Non c’è argomento o settore che venga lasciato fuori da questa affannosa corsa al consenso; non c’è promessa che non venga fatta; non c’è limite all’indecenza di chi tenta ancora una volta di sfruttare la sofferenza e l’indigenza altrui. Ci si dimette oggi per ricandidarsi domani, questo è il triste messaggio che si sbatte in faccia a quel che resta della nostra comunità e non pensiate che ci si riferisca solo ad uno, perché questo è un mal vezzo comune. Dal nulla al nulla assoluto il passo è breve, ma significativo. Come significative, (ora o mai più!), possono essere le risposte possibili a questo andazzo. La prima è togliere l’ossigeno alla mala pianta per farla democraticamente appassire, cioè non votarli più. La loro delegittimazione deve essere politica e non mediatico-giudiziaria, quella se mai deve essere un aggravante. La seconda riguarda i tanti, tantissimi cittadini onesti e competenti che finalmente stanchi di farsi governare decidono di non demandare più ad altri il loro futuro, provando a mettersi direttamente in gioco. Se queste due circostanze saranno concomitanti ed univoche, riteniamo che vi sia ancora spazio per una speranza concreta di cambiamento. E tanto per essere chiari, come si pensa di essere sempre stati, questa non vuole essere un’autocelebrazione di Ethos. Non ci si sta proponendo, si sta solo indicando una strada possibile. A voi sta la scelta di accettare la sfida, con i progetti e le persone che riterrete più opportuni.

Il Socio Fondatore
Giovanni Sergi

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